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 2021  settembre 18 Sabato calendario

Il marchio Alitalia all’asta per 290 milioni

C’è tempo fino al 4 ottobre per presentare le offerte vincolanti per rilevare il marchio Alitalia dalla procedura di amministrazione controllata. L’asta che partirà oggi, a meno di un mese dal decollo di Ita, sembra fatta apposta per consentire alla nuova compagnia di decollare il prossimo 15 ottobre e avere buone chance di ricomprarsi il nome. Quanto alla base d’asta, fissata dai commissari a 290 milioni di euro, non pare un prezzo da saldo, non è quindi escluso che si possa scendere anche sotto. Del resto a parte Ita, e qualche potenziale e discusso outsider come German Efromovich di Avianca, difficilmente di questi tempi qualcuno vorrà sfidare o fare speculazioni al ribasso contro la società voluta dal governo Draghi.
Ma la priorità del presidente Alfredo Altavilla è di dotare presto l’azienda di un organico, dato che la trattativa sindacale è su un binario morto, e di una squadra di manager. In proposito Altavilla ha offerto a Piergiorgio Peluso il ruolo di direttore finanziario. L’ex banchiere ha conosciuto il presidente di Ita nella sua precedente vita di cfo di Telecom Italia e a margine del cda di Recordati, di cui Altavilla è stato presidente fino alla scorsa estate, mentre Peluso è tuttora un consigliere. Il manager, figlio di Anna Maria Cancellieri, già ministro dell’Interno del governo Monti, ha un passato ai vertici di Fondiaria Sai e ancora prima in Unicredit.
Lunedì si aprirà invece il tavolo di fronte al ministero del Lavoro per trovare una soluzione con i sindacati sull’organico, anche se la strada è impervia e i tempi sono strettissimi. Il business plan prevede 52 voli, Ita ha stimato un fabbisogno di 2.800 persone, contro i 10.500 della vecchia Alitalia. E anche così a ranghi ridotti, prevede di fare utili solo a partire dal 2024, quindi i margini di manovra paiono alquanto limitati. Detto questo, la prima proposta economica fatta ai sindacati è stata respinta con forza: si parla di un taglio allo stipendio medio del 23% per i piloti (tenendo conto di un premio aziendale sui risultati del 15%, che se non verrà raggiunto sarà decurtato in busta paga), uno sconto medio dell’11% sul personale di volo (compreso un variabile del 15%) e una riduzione limitata al 5% sul personale di terra (con un variabile dell’11%).
Il braccio di ferro tra Ita e i sindacati proseguirà nei prossimi giorni, tuttavia il gruppo ha fatto sapere di aver già raccolto 30 mila curriculum, tra cui quelli degli ex addetti delle compagnie low cost che per la pandemia hanno ridotto l’organico. Il successo futuro di Ita passa anche da questo, perché il costo del lavoro è determinante per raggiungere quanto prima un equilibrio finanziario.