Il Sole 24 Ore, 17 settembre 2021
La saga delle materie prime
Il bisogno di cibo e materie ha sempre spinto gli uomini a realizzare l’impossibile, a lanciarsi in avventure straordinarie, ma anche in guerre, rapine e saccheggi. Nel corso della storia, le materie prime hanno alimentato una forte attività di spionaggio, furto e contrabbando di tecnologie produttive e di coltivazioni agricole (pensiamo al caffè, alla noce moscata, ai chiodi di garofano, al rosso della cocciniglia, al rosso di Adrianopoli, alle tecniche per produrre la seta e la carta).
La ricerca delle spezie ha stimolato l’uomo a scoprire il mondo. E talvolta ha generato casi di serendipità straordinari: Cristoforo Colombo, «cercando l’ovest per l’est», ha commesso uno degli errori più interessanti della storia, la scoperta di un nuovo continente. Al contrario, rubando in Messico la cocciniglia rossa, insetto che permette la produzione di un rosso molto intenso, gli inglesi si sono portati dietro un parassita che il capo giardiniere del Royal Garden di Londra si è sforzato di distruggere, giudicandolo pericoloso. I viaggi oceanici hanno permesso agli uomini di percorrere distanze più lunghe, ma pagando un prezzo molto alto: lo scorbuto che ha fatto più vittime delle battaglie e degli incidenti marittimi. Il caso del Galeone di Manila è esemplare: i 4-5 mesi passati a bordo offrivano l’opportunità di profitti enormi, ma a ciascun viaggio la mortalità dei marinai e mercanti oscillava tra il 25 e il 30 per cento.
I profitti spingono gli uomini al contrabbando (pure degli stracci!), alla contraffazione e alla frode che condizionano il commercio e la vita economica. Pensiamo alla frode del latte, spesso allungato con l’acqua, o a quella del vino; il burro può essere mescolato a grassi di minore qualità, che si usano anche per la fabbricazione del sapone, mentre le farine di grano vengono talvolta tagliate con cereali meno costosi.
Le oscillazioni dei prezzi
I prezzi cambiano rapidamente o entrano a far parte di cicli lunghi e inevitabili. Per parecchio tempo le spezie sono state un prodotto di lusso. Ma quando Vasco de Gama inaugura la rotta Lisbona-Capo-Calicut, solo sei anni dopo la scoperta dell’America, i prezzi delle spezie cominciano a scendere. Questo ribasso accelera con il forte sviluppo dell’attività delle principali Compagnie delle Indie (inglese, olandese, eccetera), e lo fa a un livello tale che spesso le compagnie bruciavano grossi volumi di merce o li gettavano in mare pur di proteggerne il prezzo.
Prima di servire da zavorra per i galeoni della Compagnia delle Indie, le porcellane cinesi venivano scambiate a prezzo d’oro. Per secoli un’oncia d’oro valeva 10-15 once d’argento; oggi il rapporto è di circa 80 volte.
Nella Roma imperiale un’oncia di pepe valeva un’oncia d’oro; al giorno d’oggi con un chilo di metallo giallo si possono comprare quattro tonnellate di pepe. La seta, a Roma, costava il suo peso in oro; oggi i mercanti cinesi si battono con la seta brasiliana per piazzare i loro prodotti sul mercato internazionale. E la neve delle montagne di Boston veniva spedita a Cuba per rinfrescare le bevande dei signori delle piantagioni (ma a quale prezzo!). A un certo punto un chilo di sale costava un’oncia d’oro; oggi lo gettiamo sulle strade per evitare che si formi il ghiaccio. Nella Londra di Elisabetta I, lo zucchero (di canna) costava venti volte il prezzo del miele; oggi il miele costa circa dieci volte più caro dello zucchero (canna e barbabietola).
Un fattore di ricchezza
e di sviluppo
La capacità di raggiungere temperature elevate, di produrre stracci o di gettare altre risorse, permette di valutare lo sviluppo delle civiltà. L’Europa e l’Asia hanno saputo fondere il ferro (a una temperatura superiore ai 1538 °C) prima dei metallurgisti della Mesoamerica; una grande produzione di stracci indica un alto livello di consumo e quindi la ricchezza di un Paese.
Le potenti legioni romane venivano finanziate dalle miniere d’oro e argento dei territori conquistati e dal bottino saccheggiato al nemico, come l’enorme tesoro dell’Egitto dei Tolemaici. Lo sviluppo del mondo arabo è stato finanziato e favorito dalla disponibilità di argento spagnolo, dai metalli del bacino asiatico di Fergana e dal commercio degli schiavi. La scoperta di nuove miniere in Europa ha permesso l’espansione militare e quindi le Crociate nell’Est europeo e in Medio Oriente. Il bisogno di argento ha spinto la Cina ad attaccare due volte il Giappone (senza successo), ricco d’argento e d’oro, come ha scritto Marco Polo, descrivendo il Paese. La caduta di Costantinopoli e la strategia particolarmente aggressiva del mondo ottomano hanno costretto l’Europa a cercare altrove i metalli preziosi e le spezie, per poter dominare il mondo e, in seguito, a scatenare le guerre coloniali per controllare l’offerta delle materie prime.
Gli attuali conflitti in Medio Oriente e in Afghanistan sono per la maggior parte motivati dalla volontà di controllare o, quantomeno, di non perdere l’influenza sulla produzione di gas e petrolio. I re e i presidenti da operetta africani si battono per rimanere sui loro troni dorati, in modo da tenere le mani sulle risorse dei Paesi che governano e trasferire una parte dei profitti su conti cifrati nascosti nei paradisi fiscali.
La velocità dell’informazione: una commodity molto speciale
La storia della civiltà può essere divisa in due parti: fino al XVIII secolo il calore si ottiene per lo più con il fuoco di legna, scatenando una deforestazione selvaggia. In seguito arriva l’era del carbone e del petrolio, che rappresentano una rivoluzione tecnologica eccezionale, seguita da progressi straordinari nei metodi di produzione dell’energia.
Ma il mondo dei mercanti – come la sfera politica, quella religiosa e quella militare – ha bisogno anche di informazioni. Per molto tempo la loro trasmissione è costata molto cara. Una lettera scritta all’Escorial da Filippo II impiegava circa 12 mesi per raggiungere le Filippine; nel corso della guerra dei Sette Anni, la pace viene firmata in Europa, ma le flotte si battono per altri nove mesi in Estremo Oriente prima di ricevere la buona notizia! Nel corso del XV secolo i mercanti cominciano a fare largo uso del sistema postale privato; nel secolo successivo, a Venezia nascono le prime gazzette: le principali piazze economiche e finanziarie si dotano di questo strumento essenziale per diffondere le notizie.
All’epoca delle grandi scoperte, che coincidono con l’avventura delle carte geografiche, la velocità e la qualità dell’informazione diventa una materia prima strategica: la conoscenza dei nuovi confini del mondo è fondamentale. Alberto Cantino, la spia italiana al servizio di Ercole d’Este, lavora a Lisbona; ufficialmente è un commerciante di cavalli, in realtà ambisce a ottenere un documento: il duca di Ferrara (ma anche le varie corti italiane) vuole conoscere i progressi del Portogallo, che minaccia il suo monopolio delle spezie in Europa. Nel 1502, Cantino riesce a procurarsi un documento segreto portoghese: il planisfero con le ultimissime scoperte nel continente americano.
Ai giorni nostri trasmettere un messaggio non costa quasi più nulla e impiega poco più di dieci millisecondi per raggiungere il suo destinatario, ovunque egli sia.
La saga delle materie prime dura da oltre diecimila anni. E non è ancora pronta a fermarsi; sono gli ingredienti che cambiano. Si parla sempre dell’oro (reliquia barbara e sterco del demonio, come lo ha definito San Basilio Magno nel IV secolo), eppure ancora molto apprezzato dalle banche centrali e dagli investitori a lungo termine, ma dimentichiamo il sale, il pepe e l’incenso. Parliamo sempre di petrolio e di gas, ma sono sempre più presenti il coltan, il litio, il germanio, l’indio e molti altri metalli, senza dimenticare le risorse ittiche e quelle forestali. E, perché no, l’aria e l’acqua.