Corriere della Sera, 17 settembre 2021
Il ritorno di Andrea Dovizioso
«Bentornato Dovi». Gliel’hanno ripetuto in tanti. Con un certo sollievo per lui che aveva scelto il divorzio dalla Ducati a fine 2020, con più amarezza nel cuore che prospettive in tasca. Andrea Dovizioso tornerà in gara questo fine settimana a Misano. Con un contratto Yamaha nel team Petronas, del tutto inatteso. «Sono partito per le vacanze da pilota da cross e sono tornato da pilota da MotoGp. Buffo no?».
Quanto è pesata questa assenza lunga 10 mesi?
«Mi sono sembrati tre anni e non capisco perché. E infatti sono curioso di tornare in pista, ma servirà tempo per ritrovare ritmi e dinamiche. Non sarà facile perché gli altri hanno già 13 gare alle spalle e io devo ripartire da zero con una moto che nemmeno conosco».
Inusuale, a dir poco…
«Non l’avrei mai accettato senza una prospettiva diversa. Ma in questo caso prima comincio e meglio è, pensando al 2022 (quando avrà in dote una M1 ufficiale, ndr)».
Ha mai pensato di non poter tornare a correre?
«In effetti era più facile che rimanessi a casa. E confesso che mi sarebbe persino piaciuto uscire di scena senza clamori. Magari sarei rimasto nel giro come collaudatore, comunque sia non sarebbe stato un problema smettere. Sono coerente, se c’è un progetto lo prendo in considerazione, altrimenti non mi butto tanto per fare qualcosa. Senza nulla togliere all’Aprilia…».
L’Aprilia, sembrava un matrimonio annunciato e invece…
«Hanno una buona moto, gliel’ho detto subito, ma cercavo qualcosa di diverso. Sono rimasto in ottimi rapporti, soprattutto con Massimo Rivola, gran brava persona. I test con loro sono stati utili a entrambi, a me per continuare a guidare una MotoGp».
Aveva un piano alternativo, senza le corse?
«Quello che avevo già cominciato a fare. Il tester o il pilota da cross. Sono stati mesi bellissimi, ero appena uscito da una situazione pesante… Sfogare le mie passioni, senza angosce di nessun tipo, il massimo. Contrariamente a quanto pensava la gente, avrei potuto vivere senza la MotoGp».
Non le mancava l’adrenalina della gare?
«Quella sì, ma ne ho avuta talmente tanta prima… Ma quando chiudi male una stagione, all’inizio ne senti meno il bisogno. A casa ero molto più rilassato, per la gioia della mia ragazza».
In Petronas sarà in squadra con Valentino Rossi. Che coppia…
«Mi piace un sacco l’idea di condividere con lui l’ultima parte della sua carriera. Anche se non è più il pilota di un tempo, quello che lottava per il campionato, lui ha sempre un gran carisma. Riconosco tutto il buono e il bello di Valentino e della persona che è».
La coppia
Valentino e io arriviamo a 600 Gp? Detta così sembriamo lì, 10 titoli in due, ma 9 li ha vinti lui»
Più amici che avversari?
«Peccato non aver lottato almeno una volta per il titolo. Tra noi c’è sempre stato rispetto e stima reciproca anche senza quell’amicizia che nasce dalla frequentazione, ma solo perché viviamo in modi diversi, non perché non ce ne fosse la voglia. E secondo me ci sarà in futuro la possibilità di divertirsi insieme».
Insieme sommate quasi 600 gare nella classe regina.
«Detta così sembriamo sullo stesso piano. Dieci titoli in due, ma lui ne ha vinti nove da solo…».
La vecchia guardia fatica a vincere, come mai?
«Non ho le idee ben chiare al riguardo. Oggi vanno forte solo i giovani e non so perché, se dipende dal modo di guidare, conseguenza di una normale evoluzione del nostro sport. Oppure se ci sono altri fattori da valutare, per esempio la gomma Michelin introdotta l’anno scorso a cui i piloti di vecchia scuola non sono riusciti ad adattarsi».
Lei per cosa propende?
«Penso che quest’ultimo fattore sia il più importante. Perché questo ribaltamento di valori è coinciso con l’introduzione della nuova carcassa posteriore. Ti obbliga a guidare in un modo abbastanza diverso e i giovani ci si sono adattati più rapidamente. Sono curioso di scoprirlo».
E magari misurarsi con la loro crescita.
«È vero che le nuove leve stanno facendo molto bene e che è in atto un cambio di generazione perché la mia è quasi sparita. Tolti Pedrosa e Crutchlow, che però fanno i collaudatori, siamo rimasti io e Valentino».
Marquez l’ha ricordata dopo il duello perso con Bagnaia ad Aragon domenica scorsa.
«Mi ha fatto piacere perché indipendentemente dai titoli che ha vinto gli sono rimasti impressi i nostri duelli. Lui è il solito astronauta e sta facendo qualcosa di particolare perché a livello fisico ha dei limiti più grossi di quanto si possa immaginare. È un vero miracolo vederlo correre così».
Domenica prossima potreste regalarci un revival.
«Io parto di rincorsa e non voglio raffrontarmi con nessuno. Devo sistemare la moto come dico io, che sono basso e ho le mie esigenze in sella. Servirà tempo. I risultati adesso non m’interessano».