il Giornale, 16 settembre 2021
I vecchi sono più concentrati
Due funzioni cerebrali chiave, che ci consentono di occuparci di nuove informazioni e di concentrarci, possono migliorare negli individui più anziani. Sono alla base di aspetti critici della cognizione come la memoria, il processo decisionale e l’autocontrollo e persino la navigazione, la matematica, la lingua e la lettura.
Quindi, l’avanzare dell’età che porta a un ampio declino delle capacità mentali, può in realtà riservare delle sorprese inaspettate, sottolinea una ricerca del Georgetown University Medical Center, supportata dal National Institutes of Health e pubblicata su Nature Human Behavior.
«Questi risultati sono sorprendenti e hanno importanti conseguenze su come dovremmo considerare l’invecchiamento – afferma il ricercatore senior dello studio, Michael T. Ullman, direttore del Brain and Language Lab del Georgetown -. Le persone hanno ampiamente ipotizzato che l’attenzione e le funzioni esecutive diminuiscano con l’età. Ma i risultati del nostro ampio studio indicano che gli elementi critici di queste abilità migliorano effettivamente durante l’invecchiamento, probabilmente perché semplicemente le pratichiamo per tutta la vita. E questo è tanto più importante con l’aumento dell’aspettativa di vita in molti Paesi». Un aspetto pratico è che con ulteriori ricerche, si potrebbero migliorare deliberatamente queste abilità come forma di protezione contro il declino mentale nell’invecchiamento e i relativi disturbi.
Il team di ricerca ha esaminato tre componenti separati di attenzione e funzione esecutiva in un gruppo di 702 partecipanti di età compresa tra 58 e 98 anni, che rappresenta la fascia d’età dove l’invecchiamento incide di più sugli aspetti cognitivi. I componenti che hanno studiato sono le reti cerebrali coinvolte nell’allerta, nell’orientamento e nell’inibizione esecutiva. Ognuno ha caratteristiche diverse e si basa su diverse aree del cervello e su diversi geni e fattori neurochimici. Pertanto le reti possono anche mostrare diversi modelli di invecchiamento. L’allerta è caratterizzata da uno stato di maggiore vigilanza e preparazione al fine di rispondere alle informazioni in arrivo. L’orientamento implica lo spostamento delle risorse del cervello in una particolare posizione nello spazio. La rete esecutiva inibisce le informazioni distraenti o conflittuali, permettendoci di concentrarci su ciò che è importante.
«Utilizziamo costantemente tutti e tre i processi- spiega il ricercatore Veríssimo – Ad esempio, quando si guida un’auto, l’avviso è l’aspetto più importante vicino a un incrocio. L’orientamento si verifica quando si sposta l’attenzione su un movimento inaspettato, come un pedone. E la funzione esecutiva consente di inibire le distrazioni come uccelli o cartelloni pubblicitari, in modo da poter rimanere concentrato alla guida». Lo studio ha scoperto che solo le capacità di allerta diminuivano con l’età. Al contrario, sia l’inibizione orientativa che quella esecutiva sono effettivamente migliorate. I ricercatori ipotizzano che, poiché l’orientamento e l’inibizione sono semplicemente abilità che consentono alle persone di prestare attenzione in modo selettivo agli oggetti, possono migliorare con la pratica permanente.