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 2021  settembre 16 Giovedì calendario

Intervista a Sabrina Ferilli (che s’è data alla cucina)

Sei star dello spettacolo e uno chef in giro per l’Italia alla scoperta di cibi e vini, luoghi poco turistici, abitanti. Dimenticate Masterchef e gli altri cooking show a base di piatti complicatissimi e competizione feroce: il 24 settembre sbarca su Prime Video Dinner Club, la serie Amazon Original (produzione Banijay Italia) in cui «la cucina è un filo conduttore destinato ad esaltare le bellezze gastronomiche, paesaggistiche e umane del nostro Paese», spiega Carlo Cracco, 55, che ha scelto come «compagni di viaggio e di merende» Sabrina Ferilli, Pierfrancesco Favino, Luciana Littizzetto, Diego Abatantuono, Fabio De Luigi, Valerio Mastandrea. Tutti avventurosi e disincantati, i 6 talent seguono lo chef ciascuno in un luogo diverso e poi, con il suo aiuto, replicano le pietanze locali per offrile ai colleghi riuniti a cena in un clima conviviale. Sabrina Ferilli, 57, grande attrice e sex symbol, ha infilato maglioni e stivali per andare con Cracco in Maremma tra butteri e borghi a fare incetta di lardo, prosciutto di cinghiale, vini custoditi in cantine popolate di gatti neri.
Cosa ha scoperto grazie a questa esperienza?
«La mia attitudine a stare in compagnia e il mio talento in cucina. Che avessi spirito di adattamento lo sapevo già, altrimenti non avrei potuto fare l’attrice».
L’interesse, a volte esagerato, per la cucina non tradisce il vuoto di argomenti e valori?
«È cambiata la mentalità. Prima il cibo era considerato un lato della vita da nascondere. Ora abbiamo capito che rappresenta il nostro Paese alla pari dei monumenti».
Alla tavola di Dinner Club voi attori sembrate tutti amici, ma non vi divide una rivalità spietata?
«Lo show è stato intelligente a mettere insieme 6 persone dotate di spirito, cioè disposte a buttare a mare le sovrastrutture per vivere l’esperienza con serenità e leggerezza. Ha funzionato».
Ma nella realtà gli attori non si scannano?
«Non frequento nessuno, a parte pochi colleghi che sanno vivere. Faccio una vita riparata».
Però si espone su Instagram dove ha 400mila follower e il suo post sul romanzo Il treno dei bambini di Viola Ardone (Einaudi) ha avuto così tanti like da riportare il libro in classifica. In che altro modo usa il potere dei social?
«Ho aperto il profilo tre mesi fa e posto solo quello che mi interessa, foto e pensieri. Prendere o lasciare. Bisogna fare molta attenzione: non ci sono regole e i social possono diventare molto pericolosi lasciando campo libero a hater e stalker».
Parla per esperienza personale?
«Sì, ho in piedi due cause contro gli hater. Nessuna pietà, ci metto un secondo a portarli in tribunale. Alla fine tutti piangono. Ma pagano».
Cosa si aspetta dalla sua carriera?
«Mi piacerebbe tornare a teatro, ma non ho fretta. Quando mi metto in testa un obiettivo, prima o poi faccio centro».
Lo spazio delle donne nello spettacolo è aumentato o le quote rosa applicate a oltranza oscurano il merito?
«Le donne hanno fatto passi avanti, è sotto gli occhi di tutti. Ma bisogna evitare gli eccessi. Dalla ragione al torto è un attimo, diceva mio nonno».
Cosa intende?
«Finora la discriminazione positiva non c’è stata e l’emancipazione femminile va sostenuta. Ma alla base di qualunque risultato resta il merito che non distingue tra donne e uomini: deve andare avanti chi ce l’ha».
È una degenerazione del nostro tempo il successo degli influencer che spesso hanno come unico talento la presenza fissa sul web?
«Non demonizziamo gli influencer. Non è colpa loro se fanno i soldi mettendosi in bikini o parlando del nulla. Approfittano dell’opportunità. E mica ottengono una cattedra all’università o vincono il Nobel. Il problema da risolvere, lo ripeto, è l’assenza di regole sui social».
Che progetti ha?
«Ho girato il film Il sesso degli angeli di Leonardo Pieraccioni. Il 18 settembre riprenderò su Canale 5 il talent Tú sí que vales, come giurata, accanto alla mia amica Maria De Filippi».
Basta con le madri coraggio di tante sue fiction?
«Per ora non ho miniserie in programma. Ma sono fiera dell’ultima, Svegliati amore mio, che ha avuto successo denunciando le emissioni tossiche di una fabbrica».
Ha dei rimpianti, Sabrina?
«No. Non so cosa siano».