Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  settembre 16 Giovedì calendario

Il magico mondo dei bonus (è una fregatura)

Super bonus, super sconto e super fregatura. Ho fatto ingresso nel mondo magico dei bonus qualche settimana fa e ne sono appena uscito un po’ traumatizzato, ma comunque ottimista. Avevo necessità di cambiare la caldaia da riscaldamento e ho seguito puntigliosamente le istruzioni di legge. Prima ho creato un cestello dei bonus in corso, dividendoli per interessi, funzioni e genere. Essendo maschio e con figli adulti ho eliminato quelli oggettivamente estranei all’affare che mi ero proposto: il bonus baby sitter, il bonus nido, quella di “mamma domani”, l’altro di “mamma single”, un quinto per genitori separati, un sesto per matrimonio. Bonus da 500 euro in su, che di questi tempi non sono male. Ho scelto di non accedere al bonus cane (19% di credito di imposta), a quello per le vacanze (fino a 500 euro), a uno specifico per le vacanze in Piemonte (tre pernottamenti al costo di uno). Era la caldaia il mio obiettivo, quindi ho via via scartato tutte le offerte pubbliche di sostegno alla mia vita familiare: no al bonus tv, esplicitando che col no mi sarei precluso un bonus correlato, quello della rottamazione della tv esistente. No alle terme (200 euro), no agli occhiali nuovi pagati dal governo, no allo smartphone (comodato d’uso per un anno per chi si trova nella triste condizione di essere ancora sprovvisto di cellulare). Chiudendo una proposta di bonus se ne apriva un’altra e così il fantastico mondo della realtà bonificata, mutualizzata, scontata, ridotta a lieve carezza al portafogli si faceva realtà. E se comprassi un’auto nuova? Meglio di no. Volevo la caldaia. E allora una bici? Ne posseggo già tre. E allora un’auto usata e scontata alla fonte a patto che fosse catalogata euro sei, la meno inquinante. Ho riflettuto ma sono stato irremovibile. C’è stato un momento, in questo bellissimo viaggio nel paradiso dei soldi regalati dove ho coltivato il dubbio. È stato quando mi si è presentato, alla lettera zeta, l’offerta strabiliante: mille euro per l’acquisto di zanzariere. Chiedo: cosa c’è di più necessario e impellente di una zanzariera? La zanzara, da quella domestica a quella aggressiva, formato tigre, è il nostro vero nemico contemporaneo.
Volendo esibire senso civico, avuto riguardo per il mio stipendio, ho sorvolato. Mi è però costato dire no alla sovvenzione per la campagna di Russia contro le zanzare, molto più che rinunciare, come in effetti ho fatto, al bonus mobili (non rientrando con l’Isee a quello luce e gas, né al sostegno per l’affitto, né all’altro per l’affitto studenti). Riflettendo e resistendo ho pigiato no all’acquisto del filtraggio dell’acqua potabile in casa (50% del credito d’imposta) e ho combattuto vittoriosamente contro un’altra offerta imperdibile: la razionalizzazione delle risorse idriche domestiche. Rubinetti, miscelatori eccetera. Lo Stato ha pensato proprio a tutto mi sono detto, e nel dirmelo ho riscontrato che effettivamente c’era anche un aiutino per i gerani, il gelsomino, le piante grasse e quelle da frutto: per il verde in terrazza il 36 per cento di sconto a valere sulla dichiarazione dei redditi per spese fino a cinquemila euro. Ho scelto poi di non avvalermi dell’ecobonus (risparmio del 50%), né del superbonus che essendo super mi avrebbe dato ancora più della spesa effettuata (110 per cento). Ho rifiutato il bonus facciata (90 per cento della spesa), del bonus ristrutturazione (il 50 per cento da scontare nella dichiarazione dei redditi entro un tetto di 96mila euro). Ho infine detto no allo sconto sugli elettrodomestici.
Finalmente è comparsa la lettera C di Caldaia. Ho respirato: chiunque la voglia sostituire con macchine a basso tasso di inquinamento gode del 65 per cento di sconto. Ne avevo vista una che faceva al caso mio: di ultima generazione, con tanta acqua calda prodotta. L’anno scorso costava 1.700 euro. Con il bonus caldaia l’avrei avuta per meno di 600 euro.
Euforico ho chiamato la prima ditta, che disponibile è giunta a casa in poche ore. Due giorni dopo il preventivo: 5.500 euro totali ma col supersconto avrei speso solo 1.925 euro. Cavolo: col bonus avrei pagato in più e non in meno! Allora ho bussato alla porta di un secondo artigiano. Più flemmatico ma puntiglioso mi ha spiegato che per avere il meglio del meglio avrei dovuto calcolare una spesa di 6.000 euro ma dalla mia tasca solo 2.100 euro: “Sappia che io devo fatturare tutto, anticipare un sacco di spese e attendere che lo Stato mi paghi il credito che lei mi ha ceduto. Non creda che ci guadagno”, mi ha detto. Stra-bonus o stra-fregatura?
Stremato da tanta paraculaggine, ho accettato di farmi infinocchiare però in un modo così educato e professionale. E tutto fatturato, altro che il solito magna magna!