il Fatto Quotidiano, 16 settembre 2021
I Radicali arruolano Buzzi e Carminati
Chi si è fatto vanto di arruolare fascisti, terroristi, mafiosi e massoni non avrà certo problemi di digestione con gli ultimi testimonial. È di ieri la notizia che a sponsorizzare i sei referendum sulla giustizia dei Radicali ci sono anche Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, due di cui la principale enciclopedia online riassume la notorietà con la lapidaria definizione di “criminali italiani”.
Il primo, Buzzi, negli anni 80 si beccò 14 anni e 8 mesi per omicidio e calunnia, proprio mentre il secondo, Carminati, passava il tempo nei Nar. Entrambi si sono poi ritrovati nel Mondo di Mezzo, costato loro più di un decennio di pena.
Ma scorrendo la galleria degli impresentabili c’è da perdere il conto dei pregiudicati. L’enclave degli ex terroristi è folto. I Radicali hanno offerto asilo a Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, da anni impegnati nell’associazione Nessuno Tocchi Caino. La stessa in cui milita l’ex Prima Linea Sergio Segio. D’altra parte storico volto Radicale è Sergio D’Elia, 12 anni di carcere per banda armata e concorso morale in omicidio volontario. Nell’83 i Radicali candidarono Toni Negri: eletto in Parlamento, fu per questo scarcerato e poté dileguarsi in Francia, dove beneficiò per 20 anni – fino al rientro in Italia con patteggiamento della pena – della dottrina Mitterrand.
Più recenti alcune foto di Rita Bernardini, tra le più note figure del partito, insieme a Rainaldo Graziani, figlio di Clemente, fondatore di Ordine Nuovo. Non meraviglia allora che i Radicali abbiano mostrato solidarietà per Cesare Battisti nei suoi primi giorni di carcere italiano. Radicale ad honorem era pure Michele Greco, boss mafioso morto all’ergastolo nel 2008 a cui fu consegnata la tessera. Tre anni fa invece i Radicali ospitarono in assemblea Mario Mori, l’ex comandante del Ros appena condannato a 12 anni per la Trattativa Stato-Mafia. E a proposito di militari, nel 1987 Marco Pannella candidò Ambrogio Viviani, Generale già nelle liste della P2. In anni più recenti ha invece rifiutato il seggio Nicola Cosentino, condannato per corruzione che non volle tradire FI. Nel 2016 al Congresso del partito a Rebibbia parteciparono, spettatori interessati, Marcello Dell’Utri e Raffaele Sollecito.
E siamo a oggi. Tra i firmatari dei sei referendum ci sono Totò Cuffaro e Gianni Alemanno, mentre a ottobre il Radicale Luca Palamara, già radiato dalla magistratura, si candiderà alla Camera. Il tutto senza dimenticare la storica vicinanza del partito a Bruno Contrada, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e poi al centro di un lungo caso giudiziario, essendo quel reato – secondo la Cedu – non previsto all’epoca dei fatti contestati. Ma tant’è: oggi forse Pannella risponderebbe al nostro giornale come rispose nel 2013, quando seduto a fianco a Silvio Berlusconi – corsi e ricorsi: promuovevano referendum sulla giustizia – accompagnò il gesto dell’ombrello a un grido a favor di camera: “Toh, Travaglio!”.