Il Sole 24 Ore, 16 settembre 2021
Le due Coree alla guerra dei razzi
Pyongyang lancia due missili balistici e Seul risponde con un proprio test, in un raro scambio di dimostrazioni di forza che alza il livello della tensione nella regione.
I due razzi a corto raggio della Corea del Nord sono caduti ieri nelle acque del Giappone, che ha subito condannato la provocazione, come pure hanno fatto gli Stati Uniti. Tre giorni fa, Pyongyang aveva lanciato un nuovo missile cruise a lungo raggio, rompendo una pausa durata sei mesi nei suoi test, in violazione di diverse risoluzioni Onu. Il lancio di ieri è arrivato proprio mentre a Seul era in visita il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, e a Tokyo era arrivato l’inviato speciale Usa per la Corea del Nord, Sung Kim. Secondo quanto riferito lo scorso mese dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Pyongyang avrebbe anche ripreso le attività nel suo reattore nucleare di Yongbyon.
Qualche ora dopo il lancio nordcoreano, Seul ha affermato di aver a sua volta sparato un missile balistico da un sottomarino. Si tratta di uno dei primi test di un nuovo sistema d’arma: la Corea del Sud diventa così l’ottavo Paese al mondo a possedere la capacità di lanciare missili balistici da sottomarini. È anche l’unico a esserne dotato senza avere tecnologia nucleare militare.
Secondo gli analisti, Pyongyang avrebbe ripreso i test con il consueto obiettivo di fare pressione sugli Stati Uniti per sbloccare a proprio vantaggio il negoziato sul nucleare, fermo dal 2019. Il leader supremo, Kim Jong-un, spera in un alleggerimento delle sanzioni contro il proprio regime.
Seul ha affermato che il proprio test non rappresenta una risposta diretta ai lanci di Pyongyang, ma che era in programma da tempo. Il presidente Moon Jae-in ha investito molto nella riconciliazione tra i due Paesi, ma di recente sarebbe passato a una politica più aggressiva, per rintuzzare le accuse di essere troppo remissivo. «Rafforzare la nostra capacità missilistica è quello che serve come deterrente nei confronti delle provocazioni della Corea del Nord», ha dichiarato Moon.
La Corea del Sud sta così potenziando il proprio arsenale convenzionale e ha avviato la costruzione di una portaerei in grado di trasportare caccia stealth F-35. Senza sviluppare armamenti nucleari, Seul punta comunque ad acquisire la capacità di portare a termine attacchi preventivi contro le postazioni nordcoreane. La recente bozza di budget per la Difesa presentata dal Governo prevede un forte aumento degli stanziamenti. Nel 2022, la spesa salirà del 4,5%, a oltre 55mila miliardi di won (47 miliardi di dollari), poco meno di quanto destina il Giappone alle proprie forze armate (48 miliardi). Gli stanziamenti della Corea del Sud, che erano a quota 20mila miliardi di won nel 2005, potrebbero arrivare a 70mila miliardi nel 2026.
Seul è coperta dall’”ombrello nucleare” statunitense, ma vuole ridurre la propria dipendenza militare dall’alleato. Una strategia che l’amministrazione Biden appoggia. Una Corea del Sud più forte aiuterebbe a ridurre il carico sostenuto dagli Usa nella regione, che potrebbero concentrarsi sul confronto, sempre più teso, con la Cina.