A Rai 1 le hanno detto di comportarsi bene?
(ride) «Ho una personalità strabordante, senza filtri e dico quello che penso. Se qualcosa non è perfetto lo farò notare, non dirò che è tutto bello. Penso alla Parietti, che si prende tanto sul serio: voglio vedere se si spariettizza. Devo tanto a Carlo, mi ha sdoganato a I raccomandati, ero l’opinionista.
Oggi per avere un’opinione devono prendere dieci persone».
È autore, cantante, star dei reality. Cosa prevale?
«Conosco la musica di tutti i paesi, non so se ho fatto cose belle ma sono stato chiamato da Roberto Carlos.
Dopo L’importante è finire mi ha voluto in Brasile, ho scritto Testarda io (La mia solitudine ) che Luchino Visconti inserì in Gruppo di famiglia in un interno. Ero alla casa discografica, mi chiamarono: “C’è il maestro Visconti, vuole parlarle”, pensavo fosse un maestro del liscio.
Mi disse che il pezzo lo aveva commosso».
In tv non si è fatto mancare niente, perché i reality?
«Sono stati la mia fortuna. Non hanno visto il personaggio ma come sono nella vita reale. Però non hanno capito: io non sono trash, sono camp perché sono consapevole».
Chi deve ringraziare?
«Simona Ventura con cui ho fatto
L’isola. Poi ho fatto anche Il grande fratello. Mi avevano diagnosticato un melanoma, grazie a Dio tutto si è risolto. Mi sono chiuso nella casa con l’idea di avere una nuova vita».
Come spiega il suo successo?
«I bambini mi vedono come un puffo ma mi emoziono perché quando vado a comprare le pesche e i pomodori le signore vengono da me a farsi selfie, succede ovunque».
È sempre amico di Barbara D’Urso?
«Ho un bel rapporto, anche se non la sento quasi mai. Con Mara Venier invece ci sentiamo sempre, è mia sorella. Mi chiama Massimo Giletti, con cui ho fatto Casa Rai 1 . Ero tremendo: chiesi alla povera Moira Orfei come faceva a sbucciare le arance con quelle unghie».
Si ritiene una persona libera?
«Ho avuto genitori meravigliosi, mia madre non voleva che facessi questo lavoro perché sarei andato all’inferno. Mi diceva: “Non diventerai mai Gianni Morandi” e io replicavo: “Non voglio diventare Morandi, voglio diventare Cristiano Malgioglio”. Soffrivo di acne, stavo chiuso a casa, ascoltavo Gino Paoli.
Gli incontri mi hanno cambiato la vita, quello con Dori Ghezzi è stato il regalo più bello della mia vita. Lei e Fabrizio De André meravigliosi».
Il legame con Cuba?
«L’isola mi ha dato tanto, ho conosciuto Gabriel García Márquez tremavo quando gli ho chiesto l’autografo. Non me l’ha voluto fare, poi però mi mandò Cent’anni di solitudine con la dedica. Sono legato alla nipote di Fidel Castro, Mariela: ero al suo fianco nella campagna per i diritti dei gay».
I suoi amori?
«Bellissimi, tormentati, complicati, storie lunghe con tradimenti. Mai sopportato la gelosia, non so cosa voglia dire essere geloso» .
Non le piacerebbe avere un compagno con cui invecchiare?
«Nooo. Non è che ho bisogno di andare in discoteca, ma vorrei un compagno trentacinquenne.
Frequentavo un trentanovenne di Istanbul proprietario di una palestra, l’unico problema è che col Covid comunicavamo a gesti con le videochiamate. Parla solo turco, non lo chiamo più».
Oggi cosa sogna?
«Di lavorare con Pedro Almodóvar e Ferzan Ozpetek, un bel ruolo drammatico. Poi non sogno più niente, però mi piace Channing Tatum. Una volta appendevo le foto di Montgomery Clift e Marlon Brando, e mio padre chiedeva: perché ? Mia madre lo rassicurava: “Crescendo vedrai che metterà le foto di Marilyn Monroe”. Ero avanti, a 20 anni la gente si spaventava per le mie scarpe col tacco. Maria Schneider è la donna che avrei voluto sposare. Sono gay ma quando la vedevo mi emozionava».
L’Italia è omofoba?
«Spero che mettano a posto la legge Zan, vedere ragazzi buttati fuori di casa è tristissimo. ognuno deve essere libero. Mi ritengo fortunato, mai stato bullizzato. Ma la politica deve fare qualcosa».
Come si definirebbe?
«Sono un’eterna ragazzina».