il Fatto Quotidiano, 15 settembre 2021
Hotel Portofino, la fiction che vuola volorizzare il territorio ligure è stata girata per lo più in Croazia
La serie tv ambientata nella Liguria degli anni Venti, una sorta di Downton Abbey che in alcuni punti della trama si tinge di giallo. Si chiamerà Hotel Portofino, andrà in onda su Sky (l’uscita in Italia è attesa la prossima primavera), e l’ambizione, racconta il produttore Walter Iuzzolino, è quella di raggiungere un bacino nientemeno che di “un miliardo di persone”. Una “pubblicità enorme”, insomma, promossa in questi giorni con toni entusiastici dalla Regione Liguria: “Il nostro territorio e Portofino – ha annunciato Ilaria Cavo, assessore regionale alla Cultura della giunta di Giovanni Toti – si candidano dunque per una lunga produzione che crea occupazione, fa cultura e valorizza il nostro territorio”. Un annuncio che lascia in secondo piano un piccolo particolare: il grosso delle riprese è stato girato in Croazia.
L’ambientazione della fiction è infatti una villa sul mare convertita in albergo da una coppia inglese – lei borghese in ascesa, lui nobile decaduto – personaggi che consentono di calare lo spettatore nello spirito del tempo. La dimora, però, come gli interni, gli affacci, gli scogli e le passeggiate sul mare, non appartengono al comprensorio dell’esclusivo porticciolo ligure, ma a Opatija (Abbazia), località di villeggiatura del golfo del Quarnaro che raggiunse il suo massimo splendore sotto l’Impero austroungarico. Il cast di attori protagonisti è di livello internazionale: Natascha McElhone, Anna Chancellor e Mark Umbers compaiono sul set insieme agli italiani Daniele Pecci, Lorenzo Richelmy e Rocco Fasano. Nessuno di loro, però, ha mai messo piede sul set italiano. Un mese abbondante di riprese si è svolto in Istria, fra Opatija, Rovinj (Rovigno) e Rijeka (Fiume). Dove, spiega un addetto ai lavori, “i costi sono decisamente più bassi”. Anche se non è questa la ragione che ha spinto a scegliere quel tratto di costa adriatica, assicura Iuzzolino, 53 anni, genovese trapiantato a Londra, amministratore delegato della società di produzione Eagle Eye Drama: “La storia all’inizio era ambientata in Devon o in Cornovaglia, ci è venuta l’intuizione di Portofino mi è venuta insieme a Cristina Bolla, presidente della Liguria Film Commission. Per il resto avevamo bisogno di un posto in cui ci fosse consentito di smontare una villa e farci un set e in Liguria non era molto facile… Lì abbiamo fatto tutti gli interni e comunque la Croazia ha scorci molto simili a questa parte di Mediterraneo”.
Le riprese in Liguria – tra Portofino, Genova e San Michele di Pagana – hanno coinvolto alcune comparse in costume e tecnici che ha supportato le riprese di paesaggi, “tappeti” e scene di raccordo. Una porzione limitata sull’indotto cinematografico, insomma, anche se “non è escluso che in futuro aumenti”: “La Liguria compare in molti esterni – spiegano dallo staff dell’assessore alla Cultura – e hanno comunque usato manodopera locale”. Certo, una cosa sono le fiction, non nuove a girare in posti diversi da quelli rappresentati (il set di “Trinità”, per dire, era in Abruzzo), un’altra la politica, che ha trasformato il caso in uno spot di marketing territoriale forse un tantino autocelebrativo. L’assessore Cavo ha tenuto a essere presente sul set, dove si è fatta immortalare con un gruppo di attori arruolati per qualche ora di lavoro: “Una giornata splendida – ha scritto sul suo profilo Facebook – un panorama mozzafiato, il clima degli anni 20. Sono partite oggi a Portofino le riprese della fiction Hotel Portofino. Si tratta di una produzione speciale, di una storia speciale. Un ringraziamento particolare va al produttore Walter Iuzzolino che è un genovese cresciuto a Londra e che è tornato nella nostra Liguria per valorizzarla: una storia che si ripete con un talento che, avendo la nostra regione nel cuore, vuole davvero raccontarla con le immagini e con una grande produzione, una serie tv che è solo all’inizio del percorso. E accanto ai responsabili della produzione, per una settimana ci sono una cinquantina di liguri che lavorano sul set tra tecnici e comparse.” Così invece Carlo Bagnasco, sindaco di Rapallo: “La realizzazione della fiction avrà un grande ritorno di immagine per la Liguria e per il Levante Ligure nonché un grande ruolo per la valorizzazione del territorio e per la promozione turistica della città di Rapallo”.
La politica locale ligure punta insomma sul “set-jetting”: il contrario di jet-set, fenomeno per cui sono gli spettatori ad alimentare il turismo nei luoghi che vedono in tv. Sperando che non vadano sulla costa giusta. O quella sbagliata. A seconda dei punti di vista.