ItaliaOggi, 15 settembre 2021
Periscopio
«Il test delle comunali è importante» dice il vecchio Gianni Gamberini, ex sindaco di Crepellano ora semplice militante: «I ballottaggi saranno una prova decisiva per capire se i grillini sono affidabili, se hanno smesso di fare giochetti». Giovanna Vitale, la Repubblica.
Oggi le possibilità per un genitore di Reggio Emilia di trovare un posto per il figlio all’asilo nido sono pari al 52 %, a Reggio Calabria meno del 5. Patrizio Bianchi ministro della Istruzione (Corrado Zunino). Corsera.
La variante Delta è otto volte più contagiosa del virus uscito da Whuan, ma assai meno predisposta a causare la morte. Le persone non vaccinate rischiano peraltro molto seriamente il ricovero in ospedale e in alcuni casi il decesso. Bruno Vespa. QN.
Anche se in tv nessuno ha il coraggio di spiegarlo a Cacciari, il vaccino non impedisce di morire, ma riduce di molto le probabilità che ciò accada. Un giubbotto antiproiettile non ti protegge da una mitragliata in fronte, ma chi lo indossa nelle zone di guerra ha più chance di portare a casa la pelle rispetto a uno che va in giro in canottiera. Non sembrerebbe difficile da capire. Massimo Gramellini. Corsera.
Il Parlamento dovrebbe utilizzare il green pass per i parlamentari prima che sia approvato per i posti di lavoro: dovete dare l’esempio, il Parlamento deve essere equiparato ad una fabbrica o a qualsiasi posto di lavoro. Pierpaolo Bombardieri (Uil), agenzie.
«È fatto divieto di assegnare ai procedimenti pendenti denominazioni lesive della presunzione di innocenza». Davanti a parole così non può che scattare la standing ovation. Perché i 92 caratteri che le compongono sono altrettanti colpi di piccone sul marketing giudiziario che ha avvelenato la vita pubblica italiana (e molte vite private) dal 1992 in poi. Da quando, cioè, dopo l’exploit mediatico di Mani Pulite, taluni pubblici ministeri poveri di scrupoli ma ricchi di ambizioni hanno preso l’abitudine di mascariare, verbo del dialetto siciliano che, letteralmente, significa tingere con il carbone e, in senso figurato, rovinare la reputazione. Solo un tocco, una macchia nera, appunto. E sei fregato. Massimo Donelli. QN.
Al 10 febbraio scorso solo 152 mila percettori del reddito di cittadinanza (il 13%) sono stati impiegati, per lo più a tempo determinato (e non si sa se questi collocamenti sono stati intermediati dai “navigator” o da altri canali). Marcello Gualtieri, economista. ItaliaOggi.
Il prete sociale è un industriale del sostegno, riceve lauti finanziamenti. Adolescenti che hanno sterminato la famiglia per andare in discoteca o farsi anticipare l’eredità diventano non solo personaggi del bene ma eroi in ragione del presunto riscatto, se ne decantano le lodi, si racconta che hanno fatto l’università, si sono laureati e oltretutto sono tra i pochi a trovare subito un impiego. Il Male frutta, il pentimento è ghiotto sia per i media che per chi li cavalca. Max Del Papa. ItaliaOggi.
Per noi miscredenti, il puzzle di Dio si chiama geopolitica. Ma resta il fatto che in quel buco afgano sono finiti 55 gruppi etnici, che parlano una ventina di dialetti diversi: pashtun, tagiko, hazarà, uzbeko. Ne è nato un paese con un’identità frammentata, una Babele etnico-linguistica, una terra inaccessibile e inospitale, impoverita dalle guerre e dai traffici, svuotata dall’esodo di 5 milioni di profughi, una civiltà aspra e crudele come i suoi rituali pre-moderni. Tanto per dire: lo sport nazionale da quelle parti è il buzkashi. Si gioca nei villaggi, al venerdì (che è la domenica dei musulmani): due squadre di 12 cavalieri si contendono, in una lotta dove ogni colpo è permesso, una capra morta buttata in mezzo al campo. Afferrano quella carcassa galoppando, la perdono, e sempre galoppando la riconquistano strappandola a un avversario, magari dopo avergli rifilato una gomitata in faccia. A volte la capra finisce a brandelli, e non vince nessuno. Maurizio Pilotti. Libertà.
Sono nato un Tunisia. Mia padre era russa. Da giovani parlavo francese e russo. Non ho mai studiato l’italiano. L’ho appreso parlandolo. A vent’anni mandai una lettera d’amore a un filarino dell’epoca. Ti amo, robba da matti, scrissi. E lei: basta una b sola. Che figura... Nicola Pietrangeli, tennista. (Gaia Piccardi). Corsera.
A riprova che nel dna piddino, postcomunista, riposa sempre il caro vecchio Karl Marx dell’ “io ti schiaccerò” lo dimostra la vicenda della Cirinnà. Fosse successa a un altro, di altra fazione, la metà delle cose che le sono capitate, malgrè soi, sulla Cirinnà si sarebbe scatenata in lapidazioni mediatiche implacabili. Che infatti non ci sono state assolutamente. Max Del Papa. ItaliaOggi.
La prima guerra mondiale, quella che nessuna cancelleria dell’epoca avrebbe voluto, fu in larga parte dovuta al crollo pressocchè simultaneo di due imperi, quello Austro-Ungarico e quello Ottomano. Perché quei crolli sistemici determinano un vuoto di potere che viene riempito da iniziative e scontri, prima latenti o circoscritti, in seguito non più governabili, di soggetti piccoli e grandi. Il crollo della potenza americana sta aprendo scenari molto simili sul piano geopolitico. Giangiacomo Migone.
Roberto Gervaso, che era sempre col farfallino, mi si presentò in vestaglia e in pantofole con l’aria mesta del convalescente. Era come se volesse incarnare l’occasione del nostro incontro: l’uscita del suo libro, “Ho sconfitto il cane nero. Come ho sconfitto la depressione”. Il cane nero, è il nome che dava alla malattia Winston Churchill, un depresso anche lui. Gervaso è sempre stato un ipocondriaco e non si fatica a pensare che abbia scritto con piacere delle sue sofferenze. «Tre crisi depressive –dice-, a 23, 43 e 71 anni. Complessivamente dieci anni di atroci patimenti. Ho scritto di getto. Quindici cartelle il giorno per venti giorni. Volevo fare un bilancio dei miei settantasette anni. La mia vita professionale era conosciuta, quella intima no, così ho costruito un’autobiografia scandita da quei tre episodi di disperazione». Giancarlo Perna. Libero.
La frattura più frequente è quella del collo del femore. Molti credono di fratturarselo piombando a terra. In realtà cadono perché si sbriciola a causa dell’osteoporosi, che colpisce soprattutto le donne dopo la menopausa. Per combattere l’osteoporosi bisogna assumere calcio, vitamina D, ormoni e fosfonati, che fissano il primo. E stare al sole. Ci siamo scordati che è una cura. Claudio Zorzi, primario ortopedico all’ospedale Sacro Cuore don Calabria, Negrar, Verona. (Stefano Lorenzetto), l’Arena.
Quando andrò all’inferno, spero di trovarvi, non solo preti, ma anche amici. Roberto Gervaso.