ItaliaOggi, 15 settembre 2021
Neanche Hitler osò vietare le salsicce al popolo. Tedeschi in rivolta
Nei manifesti elettorali, l’Fdp usa un semplice slogan Freiheit statt Verbot, libertà invece che divieti, e il piccolo partito liberale continua a crescere nei sondaggi. La difesa del Currywurst (la salsiccia coperta di salsa piccante) da parte dell’ex cancelliere Gerhard Schröder (ne abbiamo già parlato), continua a rimanere sorprendentemente un tema della campagna elettorale. In una mensa della Volskwagen è stata messa al bando la salsiccia nazionale in nome della salute dei lavoratori, e i tedeschi si ribellano. Già nel 2013, alla vigilia delle elezioni, i verdi misero in programma un giorno vegetariano e vegano obbligatorio in tutte le mense del Paese: si calcola che la proposta costò almeno un milione di voti. Non hanno imparato dal passato, convinti di aver ragione.
Vegetariani e carnivori sono trasversali a tutti i partiti. Sul settimanale Die Zeit, l’unico che non perda copie, di antica tradizione liberale, in una lunga intervista Frau Jana Rückert-John, professoressa per la sociologia della nutrizione a Fulda, ha affermato che il divieto della VW dovrebbe essere copiato in tutte le mense, aziendali e scolastiche della nazione: «Wir müssen die Currywurst nicht retten», non dobbiamo salvare la salsiccia coperta di ketchup piccante.
«Non togliamo la libertà a chi la vuole ogni giorno», ha affermato la docente, «la potrà mangiare altrove». Ovvio, ma gli operai non possono uscire in cerca di un chiosco per strada durante la pausa in fabbrica. Il currywurst con patatine fritte, segna anche un confine sociale e generazionale, ha osservato Frau Jana, la classe lavoratrice non bada alla salute, i borghesi sono più attenti. I vegetariani sono in maggioranza donne e giovani. Non lo dice apertamente, è sottointeso che un partito attento ai problemi sociali debba intervenire. Sarà, ma in fila ai chioschi che a Berlino vendono salsicce, hamburger e kebab vedo sempre i signori e anche signore che certo non lavorano in fabbrica.
«Neanche Hitler che era vegetariano osò proibire le salsicce al popolo», ha commentato un lettore. In campo è sceso anche il Führer. Non è una notizia che fosse vegetariano ma, forse non è un caso, in questi giorni è stato scoperto un piccolo libro redatto da Johanna Flach, una dietologa del centro dietetico Zabel sul Berchtesgaden, vicino al Berghof, il Nido dell’Aquila sulle Alpi bavaresi da dove Hitler sognava di dominare il mondo. Lei curava il menù e portava le pietanze al rifugio.
Dal maggio del ’43 per tutta l’estate, il Führer si nutrì di zuppa di fiocchi d’avena, di riso o spaghetti al pomodoro e di succhi di frutta con olio di lino. Si svegliava a mezzogiorno e pranzava alle 15 con tutto il seguito. Le memorie di Johanna sono state consegnate all’Archivio statale bavarese dalla figlia. La carne è democratica e la dieta vegetariana di destra, si chiede ironicamente la Süddeutsche Zeitung.
Würstel o verdure, i tedeschi si sentono sempre meno liberi. L’Istituto demoscopico Allensbach ha pubblicato il risultato di un sondaggio condotto in luglio: appena il 36% non si sente oppresso da divieti e dall’obbligo di seguire il pensiero dominante.
Nel 2017, la percentuale era del 51. Il 45% si sente libero di esprimere la propria opinione, il 44% ritiene che sia meglio essere prudenti.
Una maggioranza è a favore di alcuni divieti: l’82% per le droghe, il 67% per i partiti estremisti, il 45% per i video violenti, ma solo il 27% vorrebbe vietare la pornografia, e il 39% è contro le auto poco ecologiche demonizzate dai verdi. Una minoranza, il 22%, è a favore del limite di velocità da rendere obbligatorio sulle autostrade. All’est, 32 anni dopo la fine del regime comunista, solo un terzo crede di poter influire sulle decisioni del governo.
I tedeschi sono stanchi di essere considerati fascisti se si preoccupano per l’immigrazione controllata, non si sentono colpevoli per le mutazioni climatiche se vanno in gita al week-end con la vecchia auto a benzina. Mangiare una bistecca o un hamburger sarà pericoloso per il colesterolo, ma non è un problema di cui si debba occupare lo Stato. Il partito liberale ringrazia.