Com’è questa stagione di "Bake Off"?
«Piena di entusiasmo perché si torna alle esterne in un clima di ritrovata serenità. E piena di talento. Forse la pandemia ha portato le persone a studiare di più, sono tutti aspiranti pasticceri di altissimo livello».
Ha in cantiere il libro nuovo.
«Uscirà a novembre con Vallardi, non c’è ancora un titolo ma sarà un libro classico, con la divisione in antipasti, primi, secondi e dolci, un totale di circa 130 ricette. Con uno stile accessibile e le foto che mostrano la cura per l’impiattamento, sempre casalingo, s’intende».
I primi libri hanno venduto oltre due milioni di copie, si aspettava questo successo?
«Direi di no. Comprare un libro è un atto virtuoso. È buffo: da bambina volevo fare la scrittrice e poi ho trovato un successo editoriale che non pensavo, vissuto con totale e beata ignoranza. Non avevo mai aperto prima una classifica dei libri».
Com’è nata l’idea delle ricette di "Cotto e mangiato"?
«Volevo fare qualcosa tipo Wilma de Angelis, il mio idolo di bambina. Da giornalista sapevo montare e editare, e proprio il montaggio è stato la sua forza. In un minuto e mezzo spiegavo una ricetta».
Quando ha capito che andava alla grande?
«Da subito il riscontro è stato positivo. Ma ricordo un episodio in particolare. Dopo circa 6 mesi dall’inizio della rubrica nel mio supermercato mi hanno chiesto se per caso avessi fatto una ricetta con lo strutto. In effetti sì, lo gnocco fritto: al supermercato lo strutto era andato a ruba».
La chiave di tanto successo?
«Il linguaggio non da cuoca professionista. Dodici anni fa la cucina in tv era quella degli chef, io usavo il dado e gli spinaci surgelati ed è stato uno scandalo. Ma le persone si sentivano come me. La cucina non è una liturgia, non esistono ricette che non possano essere cambiate. Detto questo, è pericoloso farlo su una ricetta regionale. Per gli italiani è come insultare la mamma».
Che esperienza è la radio?
«Bellissimissima. Amo la spontaneità della radio, ogni puntata di Benedetta domenica è un work in progress».
E le domeniche con Fabio Caressa, invece, come sono?
«Per noi la domenica è Fabio che guarda tutte le partite. Siamo una famiglia anomala, mai un weekend fuori. Continuerà così anche adesso, perché la sera c’è la rubrica dei commenti».