Il Sole 24 Ore, 14 settembre 2021
Sempre meno italiani guardano la tv e quelli che lo fanno guardano soprattutto lo sport
A sorridere è solo la Rai, spinta da un’estate super dal punto di vista sportivo. Per il resto è il segno meno a caratterizzare l’estate della Tv italiana che su base annua perde 485mila spettatori nel giorno medio (-5,5%) e oltre 1,2 milioni in prima serata (-6%). A scattare la fotografia è lo studio Frasi con un’elaborazione su dati Auditel relativa al periodo compreso fra l’1 giugno e il 9 settembre.
Gli ascolti in flessione
Quel che risalta immediatamente è il segno meno del totale Tv, che logicamente dovrebbe condurre all’idea di una disaffezione del pubblico verso il piccolo schermo. Non è del tutto così. O meglio: è vero solo in parte, visto che dopo il boom del 2020 dovuto a una pandemia sconosciuta e pericolosa, che come suo corollario ha imposto la necessità di essere informati, è come se gli ascolti si fossero andati normalizzando, tornando ai livelli pre-pandemia. Il calcio, con gli Europei vinti dalla Nazionale italiana guidata dal ct Roberto Mancini, e le Olimpiadi dei record hanno spinto gli ascolti, ma non sono quindi riusciti a pareggiare i conti con la pandemia. Certo, ci si domanda sempre di più quanto pesi l’effetto “sostituzione” e quindi quanto i nuovi device stiano sostituendo l’uso della Tv (o coprendo il tempo prima speso davanti al televisore). «In sei anni – spiega Francesco Siliato, media analyst dello Studio Frasi – il popolo della Tv è invecchiato di cinque anni: da un’età media di 52 anni dell’estate 2016 a 57 anni. Un allontanamento praticato soprattutto dai giovanissimi (7-14 anni) e da chi ha tra i 20 e i 24 anni. Ma la Tv perde appeal su tutte le età tranne che sugli over 65, unico target a incrementare i propri consumi di televisione». E così «l’allontanamento dalla Tv tradizionalmente intesa di centoundicimila persone tra i 20 e i 34 anni evidenzia la ricerca di intrattenimento e informazione in un altrove che si trova in rete».
Il dettaglio delle reti
Dal calo generale si salvano perciò nel giorno medio Rai 1 (+6,7% l’audience a 1,4 milioni di spettatori di media) e Rai 2 (+26,6% a 555mila), oltre a Rai Premium (+18,6% a 137.420 spettatori di media). In prima serata crescono Rai 1 (+14,2% a 3,96 milioni di spettatori di media); Rai 2 (+2,1% a 1,19 milioni); Rai 3 (+9% a 1,1 milioni), oltre a Rai Premium (+32,3% a 328.851), Top Crime, che è una rete Mediaset (stabile a +0,1% per 195.798 spettatori di media) e Sky Uno (+0,3% a 156.780). Male tutti gli altri editori (si veda grafico in pagina) e, focalizzandosi solo sui primi nove canali del telecomando, perdono tutti: Canale 5 (-10,7% nel giorno medio a 1,07 milioni di spettatori e -19,6% in prima serata a 2,17 milioni); Rai 3 solo nel giorno medio (-2,2% a 530mila); Italia 1 (-13,6% a 364.391 nel giorno medio e -8,3% a 944.961 nel prime time); Rete 4 (-2,6% a 326.693 nel giorno medio e -6,1% a 940.195 in prima serata); La7 (-14,7% a 215.079 nel giorno medio e -18,1% a 680.649 in prima serata); Tv8 che è di Sky (-16,8% a 174.947 nel giorno medio e -22,4% a 400.097 nel prime time) e Nove che è di Discovery (-8,2% a 153.999 nel giorno medio e -7,5% a 313mila in prime time). I programmi più visti sono tutti sportivi: tant’è che per il primo non trasmesso sulla Rai occorre scendere in 33esima posizione con “Striscia la Notizia” del 7 giugno.
Il caso Dazn
Nel frattempo il mondo del piccolo schermo sta facendo i conti con la rivoluzione copernicana della Serie A in streaming e Dazn che ha preso il posto di Sky, come punto di riferimento per i tifosi, dopo essersi aggiudicata i diritti della Serie A in partnership con Tim. Agcom, come riportato sul Sole 24 Ore di sabato, vuole vederci chiaro e ha aperto un’istruttoria sul tema delle misurazioni (con i dati Auditel ben differenti, e più bassi, da quelli forniti dalla stessa Dazn e certificati da Nielsen). Il presidente dell’Autorità, Giacomo Lasorella, domani sarà ascoltato dalla Commissione Tlc della Camera. Intanto però anche per la terza giornata di Serie A si sono scatenate polemiche social per le difficoltà di visione e addirittura un blocco durante Napoli-Juventus. Tutta colpa di uno «spike di due minuti» ovvero «un picco di accesso sulla rete proprio nel momento dell’esultanza per il gol di Koulibaly»: così Dazn ha spiegato all’Adnkronos il «disservizio causato ad alcuni clienti». Analizzando i dati Auditel «si vede un calo degli ascolti del 12% nei 10-15 minuti successivi al gol di Koulibaly», dice dal canto suo Siliato. Il campionato «è appena iniziato, bisogna dare tempo a Dazn affinchè corregga, insieme ai propri partner, gli errori che ci sono stati. La Serie A si aspetta un prodotto e una distribuzione di prima qualità e questo è molto chiaro anche a Dazn», sono le parole a Rai Gr Parlamento di Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A.