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 2021  settembre 14 Martedì calendario

Mara Venier racconta la fine dell’amore con Arbore

«Lo so, non ci crede nessuno, ma penso davvero che questa sarà la mia ultima Domenica In». Se non ci crede nessuno è perché questo è l’approccio con cui da sempre Mara Venier affronta il programma che le somiglia di più. «È così dalla prima edizione, nata per gioco... pensavo: faccio questa esperienza tanto poi non la condurrò più». 
Il 19 settembre inizia invece la sua 13esima stagione. 
«Arrivo a pareggiare con il grande Pippo (Baudo, ndr.). È un traguardo e inevitabilmente scattano i bilanci. Penso a cosa mi ha dato e cosa mi ha tolto questa trasmissione». 
Scelga una cosa che le ha dato e una che le ha tolto. 
«Mi ha dato l’affetto del pubblico. Ho iniziato a essere conosciuta come l’amica, la vicina di casa, la zia. Mi ha tolto molto nel privato: il lavoro mi assorbiva e ho sottratto troppo tempo al resto. Penso che lavorare a Domenica In abbia influito anche nella fine di un amore. Sono errori che non ripeterei più». 
Che amore? 
«Quello con Arbore». 
Eppure ora si riparte... 
«Mi sembra incredibile condurre per la quarta volta di fila: non pensavo di tornare in Rai e ho vissuto l’essere richiamata come una rivincita. Ma credevo di togliermi un sassolino dalla scarpa e poi fare altro. Invece, come dice Vasco, sono ancora qua». 
Come è iniziato tutto? 
«Dovevo condurre un giochino nell’edizione con Luca Giurato, che però aveva capito di volersi solo occupare di inchieste, Monica Vitti che voleva parlare solo di cinema e don Mazzi, che voleva fare solo il sociale. Serviva chi tenesse insieme tutto e mi sono ritrovata a condurre, quattro giorni prima della partenza». 
Paura? 
«Da morire. Il produttore De Andreis mi aveva convinta che sarei stata capace. Io gli ripetevo che era matto». 

Quindi è tutto merito suo? 
«Suo e di altri due uomini: uno è proprio Arbore. Di solito cucinava lui a casa, io ero la sua aiutante... pelavo le patate, tagliavo la cipolla, cose così. Un giorno, mentre eravamo in cucina, mi ha guardata: avevo dei jeans, una maglietta, ero scalza e con i capelli raccolti. Mi ha detto: “Tu devi fare Domenica In così, mostrandoti come sei nella quotidianità. Se ci riesci è fatta”. È stato il suo unico consiglio». 
Manca un uomo... 
«Fabrizio Frizzi: mi ha dato una spinta da dietro le quinte per farmi entrare in scena, al debutto. Devo tutto a loro tre. Ma da allora vivo con la sensazione che da un momento all’altro può finire tutto». 
E invece... 
«In realtà non dimentico che ci sono stati momenti in cui davvero tutto è finito, non era una versione fantasiosa... Ho avuto tante vite e diverse, ma sono sempre stata una donna libera: nelle scelte uso poca testa e tanto cuore. Resto una hippie che vive d’istinto». 
Che rapporto ha con la bellezza? 
«Non mi sono mai sentita bella e mai ci ho puntato. Anzi, sono molto insicura». 
L’ospite che vorrebbe? 
«Papa Francesco. Gli ho parlato un’ora, con altri artisti: sembrava di stare con una persona che conosci, un nonno a cui vuoi bene. Mi sono ritrovata a dargli consigli per la sciatalgia, di cui entrambi soffriamo». Come una zia.