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 2021  settembre 12 Domenica calendario

Cancellare Winston

Londra La riscrittura della storia investe anche Winston Churchill: e scatena una polemica in Gran Bretagna che vede scendere in campo Boris Johnson, i discendenti dello statista e una schiera di eminenti storici.
Succede che l’ente di beneficenza intitolato al più celebre primo ministro britannico abbia deciso di cambiare nome, preoccupato dell’accostamento di Churchill a vedute razziste oggi ritenute inaccettabili. Il «Winston Churchill Memorial Trust», ossia il Fondo alla Memoria di Winston Churchill, si è ribattezzato semplicemente «The Churchill Fellowship», l’Associazione Churchill, oltre ad aver rimosso dal proprio sito web la foto del grande statista, la sua biografia e una lista delle sue realizzazioni.
È un ennesimo episodio di quella revisione del passato che nel mondo anglosassone ha assunto le dimensioni di una furia iconoclasta. Churchill era già finito nel mirino, con la sua statua di fronte a Westminster sfigurata con la scritta «era un razzista» e perfino con il college di Cambridge a lui intitolato che si era imbarcato in un riesame critico della sua relazione con le questioni della razza e dell’imperialismo.
Ma la mossa della Fondazione è stata un invito a nozze per il primo ministro Boris Johnson, che non perde occasione per entrare a gamba tesa nelle «guerre culturali» in difesa dei valori tradizionali. Il portavoce del premier – che tra le svariate altre cose è pure autore di una biografia di Churchill, che considera il suo massimo ispiratore – ha definito lo statista un «eroe» che «ha aiutato a salvare questo Paese e l’intera Europa da una tirannia fascista e razzista guidando la disfatta del nazismo». Dunque la decisione della Fondazione è «assurda e sbagliata» e «dovrebbero ripensarci».
Il paradosso, però, è che proprio i discendenti di Churchill hanno difeso le scelte della Fondazione. Il nipote dello statista, Sir Nicholas Soames, che è stato per decenni un deputato conservatore, ha bollato lapidariamente come «stronzate» le preoccupazioni relative al cambio di nome e ha ribadito il sostegno «totale e senza riserve» della famiglia Churchill all’operato del Fondo. Anche suo fratello Jeremy, che è il presidente dell’ente, è a favore della decisione.
Tuttavia va notato che a seguito della polemica, a mo’ di rettifica, sul sito web dell’associazione è ricomparsa la foto di Churchill, accompagnata da una dichiarazione che recita: «Siamo orgogliosi del suo contributo a salvare il mondo dal nazismo. Ma c’è anche una controversia riguardo le sue vedute sulla razza: riconosciamo le molte questioni e le complessità da tutte le parti coinvolte».
La disputa non ha mancato di mobilitare gli storici. «Non giova affatto – ha detto Vernon Bogdanor, professore al King’s College di Londra – usare slogan moderni per attaccare qualcuno che ha vissuto in un’epoca diversa. È assurdo, per esempio, criticare Guglielmo il Conquistatore perché non era femminista». E lo storico di Cambridge David Abulafia ha osservato riguardo a Churchill che «ovviamente aveva vedute sulla razza che erano proprie del suo tempo, ma noi non dovremmo esumare dal passato persone che non sono in grado di spiegare i loro atteggiamenti». Proprio Abulafia, assieme a un altro celebre storico di Cambridge, Robert Tombs, ha appena lanciato un manifesto per «reclamare la storia» rispetto ai tentativi di riscriverla. Perché non è certo finita qui.