Corriere della Sera, 12 settembre 2021
Prove di vita incerte per il leader di Al Qaeda
Ayman al Zawahiri è tornato a farsi sentire, ma non ha commentato la vittoria dei talebani. Una prova di vita (incerta) che mantiene sempre dei dubbi sulle reali condizioni del leader di Al Qaeda. Il medico egiziano nella clip diffusa dal braccio mediatico As Sahab fa un riferimento preciso ad un evento del gennaio 2021, l’attacco da parte dei mujaheddin qaedisti di Hurras al Din contro i russi in Siria. E, secondo un osservatore, ci sarebbe anche un secondo dato che risale ad aprile. Sono aspetti importanti perché sembrano smentire le informazioni che lo davano per morto nel novembre del 2020, a causa di una malattia. Non tutti però avevano condiviso questa interpretazione. Un rapporto dell’Onu e segnalazioni dell’intelli-gence americana hanno ribadito che il capo jihadista è ancora al comando, probabilmente nascosto nella regione al confine Afghanistan-Pakistan. Sempre nella clip c’è l’invocazione che «Allah lo protegga» riservata solitamente ad un vivente. Gli osservatori hanno provato a spiegare la «nebbia» che circonda il suo status fornendo alcune ipotesi: non vuole essere scoperto; ci sarebbero problemi di propaganda; vi potrebbero essere malanni. Tuttavia non si comprende perché Al Qaeda, visto che un intervento lo ha lanciato, non lo abbia dedicato alla svolta clamorosa con il ritorno al potere degli «amati» mullah. Invece le parole sono dedicate a Gerusalemme e altri temi non proprio recenti.