la Repubblica, 12 settembre 2021
Muorire di Covid a 28 anni dopo aver partorito
NAPOLI – Il 29 agosto Palma Reale era stata trasportata in ambulanza dalla provincia di Caserta al reparto Covid del Secondo Policlinico universitario di Napoli, dedicato alle donne incinte. Le sue condizioni erano molto gravi, tanto che i medici hanno provveduto a far nascere il figlio con un taglio cesareo a 35 settimane. Il bimbo sta bene ed è l’unica buona notizia di questa tragica storia. La 28enne di Santa Maria Capua Vetere ha partorito il suo bambino ma è morta ieri dopo dieci giorni passati a lottare contro il Covid in terapia intensiva.
Palma Reale non era vaccinata. Aveva scelto di non sottoporsi all’inoculazione. Così come il marito, Alfonso Vozza, anche lui positivo al Covid e ora in isolamento domiciliare con le altre tre figlie piccole, anche loro contagiate.
Una morte inaccettabile per i familiari che adesso chiedono giustizia e accusano l’ospedale di Caserta dove la ragazza si era presentata lo scorso 18 agosto, ma era stata rimandata a casa. Il ricovero non era stato ritenuto necessario. Proprio nel pronto soccorso dell’ospedale casertano la donna è stata sottoposta al tampone e ha scoperto di essere positiva al Covid. Le sue condizioni dieci giorni dopo il ritorno a casa sono peggiorate. E i familiari, dopo ore di attesa, erano riusciti a trovare una ambulanza e a farla ricoverare nel reparto Covid del Policlinico di Napoli. Ma ormai era troppo tardi per salvarle la vita. «Ora lei è un angelo ma non sarà mai bianco perché mia sorella voleva stare qua, Palma è stata una guerriera fino alla fine. Chi ha sbagliato pagherà», afferma la sorella Maria che rilancia le accuse del marito di Palma: «Hanno rimandato a casa mia moglie nonostante fosse incinta all’ottavo mese». Nei giorni scorsi a “Fanpage” Vozza aveva anche detto che quando la moglie è arrivata al Policlinico partenopeo «aveva un polmone collassato e un altro danneggiato. Tutto questo – ha accusato l’uomo – si poteva evitare se fosse stata ricoverata subito».
Dall’ospedale, però, arriva una ricostruzione diversa rispetto a quella fornita dai familiari della donna. Gaetano Gubitosa, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Caserta, afferma di aver avviato un’indagine interna appena si è diffusa la notizia del mancato ricovero «per verificare se le dichiarazioni fatte dai familiari corrispondessero al vero o meno. Da quello che mi è stato riferito dai sanitari – ha aggiunto Gubitosa – la paziente è arrivata al pronto soccorso per problematiche non legate al Covid. Non aveva sintomi relativi al virus che ha scoperto di aver contratto dopo aver fatto il tampone in ospedale. Ma, da quello che mi riferisce il personale, il percorso della gravidanza era regolare. Lunedì – conclude il dg – mi saranno consegnati i risultati dell’indagine interna».