Il Messaggero, 12 settembre 2021
Forse Eitan, il bambino sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, è stato rapito dal nonno materno
Il piccolo Eitan, il bambino israeliano di 6 anni unico sopravvissuto della sua famiglia alla tragedia del Mottarone a maggio, sarebbe stato «rapito» dal nonno materno e portato in Israele. Il bimbo, da mesi conteso tra la famiglia materna e la zia paterna che vive a Pavia ed ha la sua tutela dopo la morte dei genitori, «oggi non è stato riportato all’orario stabilito dopo un incontro con i famigliari della mamma», spiegano i legali della sorella del papà, Aya Biran Nirko. «Siamo sconvolti e increduli che siano arrivati a tanto», ha detto all’Ansa l’avvocato Armando Sibari che, con Cristina Pagni e Massimo Saba, assiste la signora Biran, mentre il capo della comunità ebraica di Milano, Milo Hasbani, «conferma» che il piccolo «è arrivato in Israele».
Eitan – secondo la ricostruzione della tv israeliana Kan – avrebbe lasciato la casa a Pavia con il nonno ieri mattina. La zia, non vedendolo rientrare, ha ripetutamente tentato di contattare l’uomo fin quando non ha ricevuto un suo messaggio nel quale si informava – è la ricostruzione dell’emittente – che «Eitan è tornato a casa» in Israele. La stessa fonte ha poi aggiunto che Aya Biran-Nirko ha anche successivamente ricevuto un messaggio dall’avvocato di Shmulik Peleg, il nonno materno, nel quale si confermava che Eitan era arrivato in Israele. Il viaggio dall’Italia, sempre secondo l’emittente, è stato reso possibile dal fatto che il nonno «continuava ad avere il passaporto israeliano del bambino, in contrasto con quanto disposto da un giudice italiano». La donna ha quindi presentato una denuncia alla polizia italiana affermando che «il bambino è stato rapito dal nonno», racconta la tv israeliana. Una vicenda dai contorni tutti da chiarire anche in Israele dove il ministero degli Esteri ha fatto sapere che «sta verificando la fondatezza delle informazioni». Da mesi il piccolo è al centro di una contesa tra la zia materna che vive nello Stato ebraico e quella paterna, a Pavia. Già lo scorso agosto la zia materna Gali Peri in una intervista aveva rivendicato l’affidamento del bimbo sostenendo che Eitan si trovata in Italia «in una famiglia che non lo conosceva, che in precedenza non era stata a lui vicina in alcun modo» e subito dopo aveva aggiunto che il «piccolo era in ostaggio» e sarebbe dovuto tornare in Israele.