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 2021  settembre 11 Sabato calendario

Apple dovrà smettere di inibire l’uso di altri sistemi di pagamento. Crollo in borsa

Il giudice distrettuale Yvonne Gonzalez Rogers infligge uno schiaffo a Cupertino nel suo scontro con Epic Games, alla quale fa capo il popolare videogioco Fortnite. Immediata la reazione dei titoli Apple, che arrivano a perdere fino al 2,5% a Wall Street. «Non possiamo concludere che Apple sia un monopolio in base alla legge federale e a quella antitrust» ma la sua condotta con l’App Store è «anti competitiva», afferma Rogers ordinando a Cupertino di non bloccare le app che con «pulsanti o link esterni» dirigono i consumatori verso altri meccanismi di pagamento al di fuori di quello di Apple.
Vietando agli sviluppatori di indirizzare i clienti verso altre forme di pagamento, ha spiegato il giudice, Cupertino ha violato la legge della California e ora ha 90 giorni per correggere. Un arco temporale durante il quale Apple potrebbe cercare di bloccare l’ordine, le cui implicazioni rischiano di essere un colpo pesante: secondo gli analisti infatti l’App Store genera più di 20 miliardi di dollari l’anno con un margine di profitto del 75%.
Apple comunque si dice soddisfatta della sentenza. «La corte ha ribadito quello che già sappiamo: l’App Store non viola la legge antitrust. Come la corte ha riconosciuto il ’successo non è illegale’. Siamo estremamente lieti della decisione. È una vittoria», afferma Cupertino. La sentenza le dà infatti ragione su 9 dei 10 punti presentati e impone anche a Epic di pagare almeno 4 milioni di dollari a Cupertino in danni per aver infranto il contratto.
Proprio Epic si dichiara non soddisfatta, ritenendo la decisione «non una vittoria per gli sviluppatori e i consumatori. Fortnite tornerà sull’App Store quando Epic potrà offrire le propri modalità di pagamento in concorrenza a quella di Apple, consentendo ai consumatori di risparmiare». Epic ha fatto causa ad Apple e Alphabet lo scorso anno per aver rimosso dai loro app store mobili il popolare videogioco Fortnite. Cupertino e Mountain View avevano spiegato che la rimozione era stata legata al fatto che Epic aveva infranto le regole inserendo nel videogioco il suo sistema di pagamenti. Una mossa per aggirare la commissione del 30% sugli acquisti tramite gli app store dei due giganti della Silicon Valley. Epic aveva quindi accusato Apple di imporre commissioni esorbitanti sugli sviluppatori di software per i dispositivi mobili e di gestire il suo App Store in modo da soffocare le piccole imprese e la concorrenza.