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 2021  settembre 11 Sabato calendario

I Macklowe divorziano: all’asta quadri per 500 milioni

Un divorzio da Re Salomone. Sposati dal 1959, i ricchissimi newyorkesi Harry e Linda Macklowe avevano costruito in 57 anni insieme una collezione di capolavori d’arte contemporanea. Da Cy Twombly a Picasso, da Warhol a Rothko. Valore complessivo, almeno 600 milioni di dollari (500 milioni di euro); valore affettivo inestimabile, per una coppia che ha attraversato gli anni più ricchi del Novecento – lui immobiliarista dal gusto modernista; lei fiduciaria del Guggenheim Museum – condividendo il gusto per l’arte e per la ricerca. Eppure ora, come il bambino conteso del verdetto salomonico, anche la collezione Macklowe sarà divisa: ormai molto anziani, Linda e Harry hanno divorziato in modo acerrimo cinque anni fa, e il loro favoloso tesoro d’arte, 65 opere, deve andare all’asta perché i due ex non riescono a mettersi d’accordo per stabilirne il valore. Un «Naso» di Giacometti (1947), ad esempio, vale per gli avvocati di lei, che vuole tenerselo, 30 milioni meno di quanti ne vale per gli avvocati di lui, che non vuole lasciarglielo. Il dissidio si risolverà da Sotheby’s: in due incanti virtuali a novembre e a maggio saranno venduti le «Nove Marylin» di Warhol, l’importantissimo «N. 7» di Mark Rothko, nove Picasso tra cui una scultura da 16 milioni di dollari che ritrae Gustave Apollinaire, un Pollock da 35 milioni, una decina di sculture di Jeff Koons e così via. È il lotto di maggior valore mai battuto all’asta dalla casa britannica. 
Harry Macklowe, immobiliarista classe 1937, si è già risposato nel 2017 con la sua amante francese, Patricia Lazar-Landeau, curatrice museale di vent’anni più giovane, che aveva precedentemente sistemato, da almeno un paio d’anni, in un superattico con vista Central Park. Nel 2016 aveva liquidato l’ex compagna di una vita Linda con un accordo da 1,3 miliardi di dollari e aveva festeggiato le nuove nozze sbattendo in faccia a Linda una gigantografia di sé con la nuova moglie, affissa su una delle sue proprietà più note, la «torre dei ricchi» di 432 Park Avenue che compete per il titolo di edificio residenziale più alto di New York (perché la sua ritrovata felicità coniugale non potesse passare inosservata). Dopo l’affissione l’ex moglie Linda, che stava per stabilirsi in zona in un appartamento ottenuto come parte dell’accordo, con vista sul cartellone, stracciò l’accordo e fece ricorso chiedendo più soldi. Seguì disamina dei conti di entrambi, da cui risultò che lui aveva più debiti del previsto e lei molte più spese. 
Il tribunale ha disposto già nel 2019 che le opere di proprietà di entrambi finissero all’asta, per stabilirne un valore univoco; subito era iniziata una lotta tra le case d’asta Sotheby’s, Christie’s e Phillips per curarne la vendita, e il mercante che se ne occupava, Michael Findley, aveva ritardato la decisione a causa della pandemia. Ora l’annuncio della vendita: «Un’asta che entrerà nella storia», ha annunciato il Ceo di Sotheby’s Charles Stewart, che prima di venderle tutte manderà le opere in una sorta di tournée finale tra Taipei, Hong Kong, Los Angeles, Londra e Parigi.