Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  settembre 11 Sabato calendario

Cos’è il Parvulan e perché non funziona contro il Covid

1 In Italia sono aumentate le richieste di importazione del Parvulan, un farmaco non in commercio. Di cosa si tratta?
È un medicinale a base di Corynebacterium parvum , un batterio innocuo per l’uomo. Legalmente registrato e commercializzato in Brasile (ma non in Italia, né in altri Paesi), si ritiene abbia un’azione immunostimolante. Nel foglietto illustrativo del prodotto brasiliano si legge: «Coadiuvante nel trattamento di infezioni dermatologiche di origine virale, batterica, fungina e protozoaria, coadiuvante in infezioni sistemiche e locali». In Italia se ne parla da tempo: a luglio 2020 il senatore di Forza Italia Enrico Aimi ha presentato un’interrogazione parlamentare per valutare la proposta avanzata all’Agenzia del farmaco (Aifa) dal professor Beniamino Palmieri dell’Università di Modena e Reggio Emilia, secondo cui – in attesa dell’arrivo dei vaccini – il Parvulan avrebbe potuto proteggere le persone dal contagio. Oggi, a oltre un anno di distanza e in piena campagna con vaccini efficaci e sicuri, l’Aifa ha lanciato un allarme sull’importazione clandestina del prodotto, che viene chiesto per la cura dell’Herpes Zoster. In realtà – scrive l’Aifa nel comunicato – è utilizzato in sostituzione del vaccino anti-Covid.
2 Può davvero proteggere dall’infezione? 
La risposta è no, gli esperti non hanno dubbi. «L’utilizzo del medicinale nella profilassi di Sars-CoV-2 non è sostenuto dalle benché minime evidenze di efficacia e sicurezza ed è un potenziale pericolo per la salute delle persone», è il parere dell’Agenzia del farmaco. «Il Corynebacterium parvum è un batterio simile a quello che causa la difterite, ma più “buono” – spiega Gianni Sava, professore all’Università di Trieste, già consigliere della Società italiana di farmacologia (Sif) —. Il problema è che non sappiamo se Parvulan produca immunità, perché non sono stati fatti studi sull’uomo ma solo in vitro . Negli anni 70 veniva studiato come possibile immunomodulante nella cura dei tumori, poi l’ipotesi è stata abbandonata».
3  Quali sono i rischi dell’uso «fai da te» del medicinale?
La molecola non è tossica di per sé, ma non c’è alcuna prova scientificamente valida che possa proteggere da Covid. «Non solo – prosegue Sava —. Eventuali interazioni con altri farmaci non sono note, quindi una persona in terapia per una malattia cronica che assume Parvulan potrebbe avere degli effetti indesiderati. Inoltre se si prende una dose troppo elevata, così come avviene negli Stati Uniti con l’ivermectina, i rischi per la salute ci sono, eccome. È irragionevole utilizzare molecole di cui non si conoscono l’efficacia e la sicurezza nel momento in cui abbiamo vaccini altamente protettivi».
4 Sono stati fatti studi sul Parvulan come profilassi nei confronti del coronavirus?
No, la Commissione tecnico scientifica di Aifa ritiene che «il razionale di tale utilizzo risulti largamente insufficiente». Infatti, a fronte della proposta del professor Palmieri, «la Commissione non aveva ritenuto possibile autorizzarne l’uso nemmeno nell’ambito di una sperimentazione clinica». «Oltre a non avere studi scientifici a supporto – conferma Sava —, di questo farmaco conosciamo, solo attraverso scritti aneddotici e quindi relativi a singoli pazienti, l’efficacia nella cura di alcune infezioni, non nella prevenzione delle stesse». «Al momento non esiste alcun farmaco che possa sostituire il vaccino – ammonisce Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto Mario Negri —, salvo gli anticorpi monoclonali che però hanno, al contrario della vaccinazione, un effetto limitato nel tempo».