la Repubblica, 10 settembre 2021
Carrère seguirà il processo per le stragi di Parigi
PARIGI – Emmanuel Carrère è in cerca di un nuovo Avversario, torna in un’aula giudiziaria per scrutare non più il pluriomicida Romand ma “combattenti islamici” come si definisce Salah Abdeslam sul banco degli imputati con altri piccoli delinquenti convertiti alla jihad al centro del nuovo maxi-processo sulle stragi del 13 novembre 2015. Lo scrittore francese seguirà le udienze, facendo una cronaca settimanale per L’Obs. Un impegno che si annuncia totalizzante visto che la sentenza non è prevista prima di maggio. «Mi sto preparando – ha spiegato Carrère sul magazine francese con cui collabora regolarmente – a passare un anno della mia vita rinchiuso in un’aula gigante con una maschera sulla faccia ad ascoltare le vittime che parlano e i boia che stanno zitti, dalle 12.30 alle 20, e svegliandomi all’alba per pulire i miei appunti del giorno precedente prima che diventino illeggibili, e significa chiaramente non pensare ad altro e non avere, per un anno, una vita».
Lo scrittore, che ha pubblicato da poco il nuovo romanzo Yoga tradotto da Adelphi, ricorda il suo interesse per «la misteriosa attività umana di dispensare giustizia», citando l’affaire Romand che aveva seguito in Corte d’assise e poi il lavoro di magistrati che si occupano di problemi di riscossione debiti al centro di Vite che non sono la mia. Il maxi-processo che si è aperto mercoledì nel cuore di Parigi «non sarà, come a volte si dice, la Norimberga del terrorismo» commenta Carrère. «Alti dignitari nazisti furono processati a Norimberga, qui si giudicheranno delinquenti indottrinati, non i loro indottrinatori. Ma – prosegue – sarà anche qualcosa di enorme, qualcosa di inedito che dovrà trovare a poco a poco le sue regole e la sua drammaturgia». Ad attrarre lo scrittore c’è anche il tema religioso, che ha affrontato in alcuni libri come Il Regno, e in particolare quelle che chiama «mutazioni patologiche». E quindi il tentativo di rispondere alla domanda: «Dove comincia il patologico? Quando si parla di Dio, dove inizia la follia?».
Carrère nota che i talebani hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan e che «non c’è nessuna chance che abbiamo davvero chiuso con questo volto spaventoso dell’Islam». In definitiva, conclude il romanziere che forse farà un libro dei suoi articoli, c’è l’idea di immergersi nel racconto delle vittime, vedendo «esperienze estreme di morte e di vita che saranno raccontate e messe alla prova», nella convinzione che alla fine del viaggio giudiziario «qualcosa in noi, attori e anche testimoni, si sarà mosso, cambiato. Non so cosa, sono venuto a scoprirlo».