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 2021  settembre 10 Venerdì calendario

I nuovi occhiali digitali di Luxottica

Chissà se forse questa volta ci convinceremo di essere un grande Paese e inizieremo a comportarci da tale. Non ebbe molta eco due anni fa quella visita di Mark Zuckerberg che, a bordo di un elicottero, era andato a visitare Agordo. In quel paesino del bellunese ha sede il leader mondiale degli occhiali, Luxottica, che dopo la fusione con i francesi di Essilor è diventato leader anche nelle lenti e con l’acquisizione di GrandVision è ora tra uno dei più grandi retailer al mondo.
Ad accoglierlo c’era un signore di 84 anni che, a passo veloce, in una giornata di sole di maggio, lo accompagnò nella visita. Il fondatore di Facebook voleva capire come in meno di sessant’anni, dal niente, si potesse costruire tutto questo. Del Vecchio e Zuckerberg: due generazioni apparentemente tutt’altro che vicine. Ma ognuno per la propria parte protagonisti di qualcosa di più del solo successo, entrambi artefici di una profonda trasformazione culturale ed economica.
Entrambi testimoni di un cambio di passo nell’interazione tra uomo e tecnologia accelerato ora dal Covid. E che porta al nostro fianco, anzi sul nostro naso, il digitale. Se chi ha intuito che la tecnologia permetteva un diverso modo di interagire e chi ha creato Luxottica si mettono assieme, significa che qualcosa sta cambiando davvero.
«Quando è venuto a trovarmi – ricorda Del Vecchio – mi ha fatto molto piacere. Un ragazzo preparato, curioso, uno che immagina il futuro e si impegna per realizzarlo». Un po’ come lui, il re degli occhiali, l’uomo che guarda lontano, chissà se al punto, sessant’anni fa, di immaginare che le sue montature sarebbero diventate un giorno intelligenti.
Oggi la sua Essilux, con oltre i 170 euro per azione, ha una capitalizzazione di circa 74 miliardi e il valore della sua partecipazione è più che raddoppiato in cinque anni, da quando con Francesco Milleri al suo fianco e oggi AD del gruppo italo-francese, è tornato sulla tolda di comando. Il prossimo passo è la «champions league», come la chiama lui, il club delle società nel mondo sopra quota 100 miliardi, e forse l’annuncio di ieri accorcia già le distanze.
«Sono prima di tutto dei bellissimi Ray-Ban – spiega – come solo noi li sappiamo fare, questa volta con un cuore digitale. C’è la storia di Ray-Ban ma anche le storie delle persone che lo indosseranno. Non è tecnologia che ci occupa le mani, come il cellulare, ma è dentro un oggetto che amiamo da sempre ed è riuscito a migliorare il nostro aspetto».
Arrivare a un traguardo come questo, sotto i riflettori mondiali assieme a Facebook, sviluppando il progetto alla pari tra Agordo e Menlo Park, non è né semplice né casuale.
«Ray-Ban Stories è un tassello di un disegno più grande – spiega Milleri – si indossa e si usa sia nella vita vera sia in Rete, proprio come il gruppo che stiamo costruendo vive in costante equilibrio tra fisico e virtuale. Ray-Ban Stories dà una nuova e promettente prospettiva all’omnichannel. L’elettronica entra nel mondo dell’ottica. Offrendo prospettive inedite». E aggiunge: «Negli ultimi cinque anni il gruppo ha attraversato una trasformazione digitale formidabile. Le fabbriche, i negozi, la comunicazione, tutto oggi viaggia in rete. Poi ci sono i giovani. Ne abbiamo assunti a migliaia negli ultimi anni, a Milano e nel mondo. Ci portano talento, nuovi linguaggi e sensibilità, sul digitale e oltre. Con loro inventiamo nuove professioni nell’eyewear e proiettiamo l’azienda nel futuro».
La formazione, d’altronde, quella che viene considerata la chiave di volta per lo sviluppo nel terzo millennio di aziende e Paesi è ormai una priorità assoluta per il gruppo dicono all’unisono. Essilux su questo versante ha appena lanciato una piattaforma digitale che sembra la Netflix del training, in grado di collegare, formare, intrattenere e ispirare centinaia di migliaia di clienti e dipendenti in tutto il mondo. Il nome? Leonardo, come il fondatore. «Come Da Vinci», puntualizza il presidente. Genialità che per forza di cose devi avere quando ti appresti ad aprire nuovi campi di mercato e non solo.
«Creare conoscenza e trasferirla al mercato e alle nuove generazioni è la vera sfida per un’azienda come la nostra, per far crescere il Paese e un’industria assieme a noi – aggiunge. L’annuncio di ieri, con questo paio di Ray-Ban social, ci spinge a guardare a un futuro nuovo e a immaginare una lunga serie di prodotti mai visti prima».
«Siamo solo all’inizio, dobbiamo guardare oltre», sorride con la voce il presidente. Ma non si riesce a fargli dire di più. Dopo le montature intelligenti il prossimo passo potrebbero essere le lenti digitali. Gli occhiali ci porteranno magari nel mondo della realtà aumentata mantenendo – ne sono convinti al quartier generale del colosso – lo stile di sempre. La parola che si sente ripetere in continuazione è «innovazione». Del Vecchio, assieme a Milleri, guarda ancora lontano: «Essilux è lì, sul fronte dell’innovazione».