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 2021  settembre 08 Mercoledì calendario

Come funziona un’economia che sceglie il bitcoin?

Tutto è nato a El Zonte, paradiso per surfisti sulla costa pacifica del Salvador, a una cinquantina di chilometri dalla capitale. Qui è nato il progetto Bitcoin Beach, il wallet digitale che ha fatto girare da un paio d’anni l’economia locale in criptovaluta.
Dal 7 settembre quel test è diventato un esperimento nazionale dal vivo: El Salvador è il primo paese al mondo ad aver adottato il bitcoin come valuta legale, al pari del dollaro americano, l’altra moneta a corso legale.
Da vent’anni a questa parte il paese centramericano ha infatti rinunciato a una sua moneta, adottando il biglietto verde. Erano altri tempi: allora, a quasi dieci anni dalla fine della guerra civile, per ricostruire l’economia era stata scelta la strada della dollarizzazione.
Ora, due decenni dopo, il Governo del leader populista Nayib Bukele affianca anche la valuta digitale con l’obiettivo di creare un’economia inclusiva e alla portata di tutti.
Intanto però la gran parte dei salvadoregni, quasi i tre quarti secondo gli ultimi sondaggi, sono fortemente contrari all’operazione e da un paio di settimane le strade della capitale sono teatro di manifestazioni di protesta di chi ha paura che l’introduzione del bitcoin a corso legale possa assestare un colpo mortale all’economia del Paese che ha un Pil da 26 miliardi di dollari con un crescente debito estero. O di chi quantomeno è impaurito da un meccanismo monetario che faticano a comprendere.
Le prime mosse
Il Governo ha approntato un wallet digitale, il “Chivo” (“freddo” nell’idioma locale), su cui saranno versati 30 dollari per ciascun utente per permettere ai cittadini di familiarizzare con le transazioni in criptovaluta. In tutto il Paese sono state installate duecento Atm, bancomat per acquistare bitcoin o convertirli in liquidità, cioè in dollari. Tra le proteste per la alte commissioni applicate alle transazioni.
Come prima mossa in questi giorni il Governo ha acquistato in totale 550 bitcoin, per una somma attorno ai 27 milioni di dollari sulla base delle quotazioni attuali, e continuerà a costituire riserve in valuta digitale forte di un fondo ad hoc da 150 milioni di dollari.
Da oggi tutti i negozi e le aziende con accesso a internet sono obbligati ad accettare i pagamenti in bitcoin, con Chivo che abilita l’immediata conversione in dollari.
Obiettivo inclusività
Le fonti governative tranquillizzano sostenendo che già oggi i salvadoregni sono abituati a fare transazioni in criptovaluta, soprattutto per l’incasso delle rimesse dall’estero che valgono 6 miliardi di dollari l’anno, quasi un quarto del Pil del Paese. L’intenzione è sottrarre questa enorme massa a Western Union, Moneygram e agli altri big del settore eliminando le ricche commissioni applicate sulle transazioni.
L’obiettivo esplicito dell’introduzione del bitcoin è proprio la riduzione dei costi nascosti del sistema ufficiale e la promozione dell’inclusione finanziaria per una popolazione ancora poco bancarizzata. Aprendo le porte – e le tasche dei salvadoregni – a un asset che in questi anni ha garantito pingui plusvalenze.
In un anno è passato da 10mila dollari a un picco record prossimo a 65mila dollari a metà aprile, per poi dimezzare il valore fino a sotto quota 30mila nell’arco di tre mesi e riportarsi ad agosto a 50mila dollari.
L’attesa per l’esperimento salvadoregno aveva fatto da catalizzatore per le quotazioni che si erano riportate negli ultimi giorni sopra 53mila, per poi cadere a 46mila nel giorno della “prima” come moneta legale.
I rischi per l’economia
Mentre il settore al dettaglio si prepara ad accettare i pagamenti in criptovaluta e prevede una ripresa dei consumi grazie alla liquidità garantita dal Governo, proprio l’altissima volatilità di bitcoin rappresenta uno dei più grandi rischi per la fragile economia centroamericana.
Il rischio concreto è che la volatilità delle quotazioni finisca per bruciare le riserve del Paese aprendo la strada a una crisi più profonda. D’altra parte anche le tasse potranno essere pagate dai cittadini in bitcoin e quindi anche le entrate fiscali saranno esposte alle oscillazioni. Così come i redditi dei salvadoregni più poveri, ignari di cosa significhi avere in tasca una valuta che cambia valore, in positivo o in negativo, con una rapidità che non si immaginano
Senza tenere conto dei rischi legati al possibile sfruttamento del sistema monetario a corso legale per il riciclaggio di denaro che potrebbero portare El Savador sul banco d’accusa a livello internazionale.
I critici enfatizzano gli enormi rischi per la stabilità di un’economia già estremamente fragile. D’altra parte anche la grandi istituzioni finanziarie, restie ad accettare l’innovazione potenziale della criptoeconomia, si sono già schierate contro le scelte di Bukele.
La legge che ha introdotto la nuova moneta a corso legale è stato uno dei fattori principali che ha indotto Moody’s a tagliare recentemente il rating sul debito salvadoregno, mentre il Fondo monetario, che sta trattando un nuovo prestito da 1,3 miliardi di dollarii, ha messo in chiaro che l’adozione del bitcoin è un elemento di destabilizzazione dei prezzi e dell’intero sistema finanziario.