la Repubblica, 8 settembre 2021
Intervista a Vincenzo Santopadre
Vincenzo Santopadre, coach di Matteo Berrettini: dopo la finale di Wimbledon sulla vostra strada c’è di nuovo Novak Djokovic, questa notte nei quarti di New York. Lucio Battisti cantava ‘ Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?’«Ah, ah, ah: no, meglio vederci. Non so se sia la canzone giusta, però è bene giocare contro gli amici. Sai che è il numero uno del mondo, e vuol dire che sei sulla strada giusta. E poi, citando proprio Nole: non è lui che dice di essere cresciuto attraverso le sfide contro Roger e Rafa? Quindi è un bene che Matteo lo affronti, significa che sta vivendo la stessa esperienza. Poi, dipende da come ognuno vuole vederla, ma io ritengo che queste sono le partite dalle quali Berrettini può prendere qualcosa in più, per cui ben venga giocarle.Anche se poi si perde. Giocare contro il serbo è un piacere, è la strada per il futuro. Noi già abbiamo in mente qualcosa per oggi. Vivendo la partita ti viene qualche idea in più».Djokovic cerca il Grande Slam, come Serena Williams nel 2015. La eliminò Roberta Vinci.«Sono coincidenze che potrebbero caricarci, darci qualcosa in più. Io poi con Roberta ho un ottimo rapporto, anni di gavetta al Parioli con Vittorio Magnelli. Quel giorno è vivido nei miei ricordi, tifavo per lei. Quindi mi auguro possa essere d’auspicio, per certi versi. Io sono uno positivo, non mi stancherò mai di ripetere che se ce l’hanno fatta altri non è detto che non ce la possa fare anche tu».Anche contro il numero uno del mondo.«È il giocatore più forte, lo dicono i risultati. Ma sappiamo pure che in ogni partita può succedere di tutto, nel bene e nel male. Matteo può vincere uno Slam, non mi sposto da questa convinzione. Capisco che sarebbe qualcosa di eccezionale, di storico, ma non di assurdo».I precedenti di Roland Garros e Wimbledon quanto possono incidere?«A Parigi è stato molto più vicino a vincere di Wimbledon: Nole ha confermato di essersi sentito più impotente, anche rispetto alla finale.Il cemento è una via di mezzo tra erba e terra, e chi lo sa: noi giovedì scorso ci siamo allenati con Nole e abbiamo anche provato qualcosina che forse potrà tornare utile, cercando di capire, studiare cosa può dargli più fastidio. Forse mi illudo, ma sono un inguaribile ottimista e sono molto fiducioso anche questa volta».Comunque vada, l’estate di Matteo Berrettini è stata in linea con la grandezza dello sport azzurro.«È eccezionale la solidità con cui Matteo sta giocando. Pensateci: negli Slam è stato battuto solo da Djokovic. E con Nole hanno perso tutti. Questa è una cosa incredibile».Dietro Berrettini c’è uno staff. E un coach che svela poco dei suoi sentimenti.«Non vorrei essere presuntuoso.Penso al percorso, eccezionale se non grandioso, e non ho mai dubitato che potesse ripetersi.Perché ha delle fondamenta forti, e lo conosco abbastanza bene per sapere che trova sempre il modo di uscire più forte dalle situazioni. Su Matteo ho sentito tante cavolate, ma solo io conosco la sua storia. Conosco chi è, come si muove. Conosco la famiglia, i valori di partenza…».Come avete gestito il post Wimbledon? Tanti altri tennisti si sono bruciati per molto meno.«Sarà stata una congiunzione astrale, quella che ha fatto incontrare me e Matteo – due caratteri simili e riservati – ma credere ed essere di profilo basso consente di tenere l’equilibrio. A cui si aggiungono leggerezza e spensieratezza. Ecco, cito Juan Carlos Ferrero che, parlando di Alcaraz, mi disse: ‘Questo ragazzo no tiene tonterías ’. Vuol dire che non ha grilli per la testa, bella ferma sulle spalle. Matteo è un pragmatico che non tiene tonterías : per mia e sua fortuna, è un giovane che non è il frutto di una società moderna dove probabilmente alcuni valori sono un po’ distorti, ha i due piedi ben piantati per terra. E anche quando barcolla, perché ci sono quei momenti, è più difficile da far cadere».Chiarissimo. Ultima domanda: come finisce oggi?«Guardi, firmerei per una vittoria al..sesto di Berrettini: 4 set a 2!».