Corriere della Sera, 8 settembre 2021
Il Rialto restaurato. Polemiche
VENEZIA La voce di Andrea Bocelli fende l’aria di Venezia, sulle note dell’Inno di Mameli e di Nessun dorma, aggiungendo pathos alla cerimonia di «celebrazione» del Ponte di Rialto restaurato (nei fatti, agibile dal 2016, a conclusione dei lavori compiuti a tempo di record), che si chiude con lo disvelamento della targa in onore di chi, stanziando 5 milioni, ha reso possibile la realizzazione dell’opera. Parole incise sulla pietra, in inglese; tradotte, suonano così: «OTB e Renzo Rosso hanno finanziato il restauro del Ponte di Rialto riportandolo alla magnificenza affinché il mondo possa goderne». Applausi dai numerosi ospiti, assiepati sui gradini, con lo sguardo all’insù dove stanno le autorità: il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, il Patriarca Francesco Moraglia, il presidente della Regione Luca Zaia, il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, il tenore Bocelli, Cristiana Capotondi (conduttrice dell’evento) e l’imprenditore veneto Renzo Rosso, presidente del Gruppo OTB e dell’omonima Fondazione.
Discorsi, foto, congratulazioni in onore del Ponte più famoso al mondo, costruito fra il 1588 e il 1591 (in origine, le due sponde del Canal Grande erano collegate da un ponte di barche) e riportato a nuova vita con un restauro conservativo: 130 persone fra tecnici e restauratori, 80.000 ore di lavoro, 5.500 metri quadri di ponteggi. Qualche polemica, via social, ha toccato la festa. Venissa.com (forum di cittadini veneziani) ha sottolineato l’eccesso della targa in onore del magnate veneto Renzo Rosso. Posizionata al centro del Ponte, nella parte esterna dove i turisti si affacciano.
La targa
Qualche critica sui social per la targa al finanziatore: «È troppo invasiva»
Il progetto del restauro e le modalità risalgono a una giunta guidata da Giorgio Orsoni, il sindaco Brugnaro ne ha raccolto l’eredità. «Noi abbiamo dato il testo della targa – replica Rosso —.Su come è fatta lo decisero all’epoca il Comune e la Sovrintendenza. Guardiamo alla bellezza di ciò che è stato fatto e a chi contesta rispondo perché non lo fate voi?». Brugnaro taglia corto: «Personalmente faccio beneficenza senza dirlo a nessuno, e così altri imprenditori. C’è invece chi preferisce che il gesto venga reso pubblico».