Corriere della Sera, 8 settembre 2021
Due sosia contro l’avversario. I trucchi del partito di Putin per «confondere» le elezioni
A San Pietroburgo si affrontano tre candidati omonimi.
I più pericolosi oppositori, quelli che fanno capo al blogger Navalny, sono stati semplicemente messi fuori gioco impedendo loro di presentarsi grazie a norme che hanno etichettato il Fondo anticorruzione come «organizzazione estremista».
Per gli altri, gli uomini del partito putiniano Russia Unita che «deve» vincere le prossime elezioni nonostante sia sempre meno popolare, hanno trovato stratagemmi diversi. Accuse di aver falsificato i risultati di un tampone Covid, ad esempio. O la presentazione di veri e propri cloni destinati a sottrarre voti al candidato sgradito. Una tecnica collaudata anche nelle precedenti consultazioni per la Duma e per i consigli regionali ma che questa volta è stata spinta fino all’estremo.
L’esponente del partito Yabloko Boris Lazarevich Vishnevskij che corre a San Pietroburgo, si trova a dover fronteggiare altri due Vishnevskij. Che non solo hanno il suo stesso nome e cognome, ma gli somigliano come gocce d’acqua nei manifesti elettorali.
I due hanno modificato l’identità recentemente (in Russia si può cambiare all’anagrafe ogni volta che si vuole) e si sono «trasformati» fisicamente. Il primo Boris Vishnevskij fa l’imprenditore e non ha mai portato la barba come il candidato autentico. Ma adesso ce l’ha. Il secondo, un pensionato, ha sempre avuto la testa piena di capelli secondo il giornale online Meduza, ma ora sfoggia la stessa calvizie del Boris originale.
L’unica cosa che distingue i due cloni è il patronimico perché per legge se coincide anche quello allora nella scheda elettorale occorre indicare il nome precedente. Così l’imprenditore è Boris Gennadievich e il pensionato Boris Ivanovich.
Per la verità, c’era stato un tentativo di risolvere la questione Vishnevskij in maniera più semplice. A luglio le autorità avevano messo in dubbio la sua appartenenza al partito Yabloko, nonostante l’uomo avesse fatto parte di tutte le liste negli ultimi dieci anni. La cosa, però, non ha funzionato e così ecco gli altri due Vishnevskij.
Dal 17 al 19 in tutta la Russia si vota per i 450 deputati della Duma, per 12 governatori e per 39 consigli regionali. Russia Unita non è certo il partito più popolare del Paese e così i funzionari nazionali e locali si ingegnano per vincere comunque.
Occorre in ogni caso arrivare alla maggioranza assoluta nel ramo basso del parlamento e al controllo di tutti gli organismi locali. Il più agguerrito avversario, Navalny, è fuori gioco. Prima un tentativo di avvelenamento in Siberia, poi l’arresto dopo la guarigione. I suoi seguaci idem, viste le norme contro gli «estremisti».
Il pericolo maggiore per il potere è costituito dall’idea del voto intelligente lanciata dallo stesso blogger: scegliete nell’urna chiunque possa battere gli uomini di Russia Unita.
Così ecco i cloni, la moltiplicazione di partiti e candidati di finta opposizione. Per non correre rischi, sono stati esclusi anche personaggi poco affidabili del partito comunista e di quello di Zhirinovskij, notoriamente vicini al Cremlino, come Pavel Grudinin che alle presidenziali arrivò secondo dopo Putin.
Poi, alla fine, gli oppositori sono convinti che ci sarà il ricorso ai brogli, dove necessario. Il governo spinge molto sul voto elettronico con una lotteria che mette in palio a Mosca cento auto e venti appartamenti. E questo sistema, assicurano i fedelissimi di Navalny, rende molto più semplice indirizzare i risultati come si vuole.