Corriere della Sera, 8 settembre 2021
Intervista a Matteo Salvini
MILANO «Noi garantiamo un equilibrio tra il diritto alla salute e quello al lavoro. Se avessimo dato retta a Speranza e a quelli come lui, oggi saremmo ancora tutti chiusi in casa. A fare la fame». Matteo Salvini risponde al telefono pochi minuti dopo il (relativo) colpo di scena: la Lega – che aveva detto sì al green pass in Consiglio dei ministri e poi aveva ritirato tutti i suoi oltre 900 emendamenti – in Aula si è espressa a favore di quelli di Fratelli d’Italia. Partito che, diversamente dalla Lega, è all’opposizione.
Segretario, che storia è questa? È al governo o è all’opposizione?
«Noi abbiamo migliorato il green pass. E del resto, stavo ascoltando la discussione alla Camera e c’era una parlamentare di Forza Italia che sosteneva quello che sosteniamo noi…».
Salvini, non ci giri intorno… Dalla maggioranza, che è poi anche la sua, in tanti la accusano di tenere i piedi in due scarpe e la parola più ripetuta è «ambiguità».
«Ma quale ambiguità? I vaccini sono entrati in 40 milioni di case, e va benissimo. Il green pass anche va benissimo negli stadi, nei teatri e nelle manifestazioni pubbliche. Ma noi possiamo ancora avere la libertà di chiedere i tamponi gratuiti?».
Beh, nessuno ve lo ha vietato…
I tamponi gratuiti
Sono saltati fuori la bellezza di 50 milioni per i tamponi gratuiti
Il dubbio è che se non alzi un po’ la voce non saltano fuori
«Guardi un po’, venti minuti fa mi hanno comunicato che sono saltati fuori la bellezza di 50 milioni di euro destinati ai tamponi gratuiti. Il dubbio è che se io non alzassi un po’ la voce, i 50 milioni poi non salterebbero fuori».
Ma il premier Draghi sapeva delle vostre intenzioni?
«Tutti erano informati di tutto».
Questi vostri colpi di scena non rischiano di disorientare, assai più che i politici, i vostri elettori?
«Ma no. Poche ore fa stavo parlando con una mamma che ha tre figli, tre ragazzini che fanno sport: mi diceva che per coprire i figli con i tamponi, le servirebbero 600 euro al mese. È possibile? Noi abbiamo portato a casa l’estensione di validità del green pass da 9 a 12 mesi, abbiamo messo in sicurezza gli albergatori che rischiavano di perdere clienti a pranzo e cena, ora stiamo chiedendo che i ristoratori non siano ulteriormente penalizzati. Sono ben altre le cose difficili da capire».
Le votazioni
Si vota ancora
e se accoglieranno
altre nostre istanze
andremo a dormire contenti di aver fatto
il nostro lavoro
Per esempio?
«Beh, leggo che il rave di Viterbo non sia stato così imprevisto. E che addirittura, i camper in arrivo sarebbero stati scortati dalle forze dell’ordine. Quello sì che non sarebbe facile da capire: polizia e carabinieri che non impediscono e anzi addirittura scortano una colonna di coloro che sono andati immergersi per qualche giorno in un fiume di alcol e droga. Su questo, noi presenteremo immediatamente un’interrogazione. E se fosse confermato, questo sì richiederebbe le dimissioni immediate del ministro dell’Interno. Un minuto dopo la conferma».
Insomma, non è un po’ strano ritirare i propri emendamenti per poi votare quelli dell’opposizione?
«Macché… Alla fine noi votiamo tre o quattro emendamenti. E abbiamo ritirato i nostri perché in caso contrario avrebbero messo la fiducia e non ci sarebbe stata una discussione che io invece credo importante».
Altre sorprese in vista?
«Domani (oggi) si vota ancora e se accoglieranno altre nostre istanze, pensiamo a temi come le disabilità e provvedimenti per le famiglie in difficoltà, noi andremo a dormire contenti di aver fatto il nostro lavoro».
Il Pd, e il suo segretario Enrico Letta, ritengono che la Lega sia «inaffidabile per il governo». Hanno torto?
«Il Pd è ormai il partito dell’ipocrisia. È da un anno che tengono in ostaggio il Parlamento con l’omofobia. E l’autore del provvedimento, Alessandro Zan, sul suo libro scrive come un guardone che ha visto un leghista baciare un altro uomo. Magari in Parlamento ci sono 20 leghisti gay, mai io non glielo chiedo prima di candidarli. E guardi a Siena…».
Parla della candidatura di Letta?
«Ma sì… Per senso estremo di responsabilità noi abbiamo chiesto a un nostro uomo validissimo, Claudio Durigon, di dimettersi per una frase. Una frase infelice, senza dubbio, ma una frase… Quando a Siena sono spariti miliardi per una gestione che è stata da sempre dello stesso colore, il segretario Letta si candida. Veda lei… Per questo i suoi insulti mi scivolano addosso. Io lavoro per aiutare famiglie e imprese, lui è quello della patrimoniale e della tassa di successione».
A volte pare che lei dissemini di mine la strada del governo. Per esempio, con l’auspicio del ritorno al nucleare.
«Io ho espresso la mia solidarietà al ministro Cingolani, minacciato di morte per le sue posizioni sul nucleare. Noi siamo il paese che importa più energia al mondo, e in unione europea ci sono 128 centrali. Noi siamo gli unici che non ne hanno, e quelli che pagano l’elettricità più cara. E dunque, proporremo in Parlamento un documento formale su questo tema. Il nucleare 2021 è energia pulita, sicura e green. Il costo del no però lo pagano famiglie e imprese».
Negli ultimi mesi lei ha avuto un’intensa attività estera, con appuntamenti con ambasciatori e diplomatici di ogni parte del mondo. Il ministro Di Maio non ha nulla da obiettare?
«Noi cerchiamo di essere d’aiuto. Sia con la cena all’ambasciata afghana con i diplomatici di 20 Paesi, sia l’incontro con l’ambasciatore cinese, sia il rapporto con i 5 paesi del nord Africa. Le posso dire che Mario Draghi era al corrente di tutto. Il mio interlocutore è Draghi, non i singoli ministri. Oggi, il nostro obiettivo è che il G20 a guida Draghi serva».