il Fatto Quotidiano, 8 settembre 2021
Rai, serve il capo a San Marino
Tra tutte le caselle che andranno riempite entro qualche settimana, la prima nomina che il nuovo amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, dovrà decidere sarà quella del nuovo capo della Rai di San Marino. Probabilmente la maggior parte dei lettori lo ignora, ma la tv ufficiale della Repubblica del Titano è partecipata, per il 50%, da Viale Mazzini. Tanto che è qui, al 7° piano del palazzo a vetri del quartiere Prati, che si decide chi sarà a guidarla. Il prossimo 12 settembre, infatti, l’attuale direttore generale San Marino Rtv, Carlo Romeo, va in pensione e bisogna trovare un sostituto, motivo per cui l’azienda ha aperto un job posting all’inizio di agosto.
I candidati non mancano, anche perché lo stipendio non è male: 223.563 gli euro percepiti da Romeo nel 2020. Così si sono proposti l’attuale direttore di Rai2 Ludovico Di Meo, ben due vicedirettori di Rai1, Giovanni Anversa e Angelo Mellone, l’ex responsabile delle relazioni internazionali Giacomo Mazzone e l’ex responsabile della Tgr dell’Emilia-Romagna, Antonio Farnè, costretto alle dimissioni nel 2019 dopo un servizio assai criticato sulla consueta commemorazione di Benito Mussolini a Predappio. Si dice sia lui quello in pole position per arrivare nella città del Titano.
Ma il tema è un altro: perché la Rai continua a sovvenzionare (dal 1991) quella che è a tutti gli effetti la tv locale di uno Stato estero, oltretutto rimettendoci? Nel bilancio 2020, per esempio, San Marino tv ha chiuso in debito per 684 mila euro, di cui metà a carico di Rai. Non sono cifre enormi, ma lo diventano se le si somma al quadro generale degli sprechi. Se poi si dà uno sguardo al palinsesto di San Marino Tv, è proprio il senso generale della partnership a risultare misterioso. Intanto, però, serve il nuovo direttore. E sarà la prima nomina da parte del nuovo capo azienda che in audizione in Vigilanza aveva annunciato un “ragionevole piano di riduzione degli sprechi e razionalizzazione dei costi”.