ItaliaOggi, 7 settembre 2021
Periscopio
L’aeroporto di Kabul è il nuovo Muro di Berlino. Se non si chiudesse, l’Afghanistan di oggi (come l’Est europeo di ieri) si svuoterebbe in modo drammatico. Bruno Vespa. QN.
I grillini eletti sono pazzi di paura: quindi danno il via libera a Conte, alle sue iniziative, alle sue chiamiamole novità. Si guardi alle suppletive per la Camera a Roma: il M5s aveva un seggio maggioritario, eppure non ha aperto bocca. Per favorire Letta non ha presentato un suo candidato. Marco Bertoncini. ItaliaOggi.
Chi, come Conte, segue i consigli di Enrico Letta, anche se con le ambizioni di leader assoluto, non può certo riportare il Movimento ai tempi del Vaffa. E questo è un bene per la democrazia italiana, democratizzare il Movimento è stato un disegno preciso. La partita fra Di Maio e Conte, invece, sarà lunga. E Draghi sa come destreggiarsi fra i due, anche se la sua simpatia e stima maggiore va al più giovane ministro degli esteri. Paolo Panerai. ItaliaOggi.
Se i nostri amici Salvini e Letta alzassero, di poco, la testa, si renderebbero conto che l’Italia politica ha una destra e una sinistra minoritarie che sono sempre diventate maggioranza in ragione dell’intese volta a volta stabilite con il centro. Un centro che ha perso ogni forma organizzata e che purtuttavia esiste come area di riferimento di una parte importante della nazione per la realizzazione di politiche ragionevoli. Domenico Cacopardo. ItaliaOggi.
In una manifestazione No Green pass è stato aggredito un giornalista: un pugno al volto condito dalla minaccia «Ti taglio la gola». Dalla violenza verbale a quella fisica il passo, purtroppo, è breve. Anche l’infettivologo Matteo Bassetti è stato inseguito e minacciato: è diventato ora un acerrimo nemico perché si è schierato (senza se e senza ma, come è giusto che sia da uomo di scienza) per l’obbligo vaccinale. Matteo Massi. QN.
Ora, grazie alle buone relazioni avviate con i capi talebani prima della fuga americana da Kabul, la Cina si appresta ad esportare in Afghanistan il modello sperimentato con successo in Africa. Non lesinerà prestiti al costituendo governo talebano, che ha un bisogno disperato di parecchi miliardi di dollari per fare funzionare il nuovo Emirato islamico (almeno 7 miliardi l’anno, stimava ieri il Corsera). In cambio, Pechino otterrà concessioni pluriennali per l’estrazione di ricchezze minerarie, comprese le preziose e introvabili terre rare, di cui stranamente gli americani non si sarebbero mai accorti in ben vent’anni di occupazione. Il che fa pensare che, in questo caso, la finanza predatrice Usa ha fatto cilecca. Possibile? Tino Oldani. ItaliaOggi.
Chi difende i megastipendi dei parlamentari dice: basta populismo, la politica è il più nobile dei mestieri, deve essere retribuito adeguatamente, non la possono fare solo i ricchi. Ma non prendiamoci in giro: spesso l’indennità è solo un acconto, per chi usa la politica come prosecuzione degli affari con altri mezzi. Il conflitto di interessi diffuso e permanente: ecco il vero scandalo. Ma i politici in questi anni non sono proprio riusciti a comunicare l’idea di essere al servizio dei cittadini. Aldo Cazzullo. (Corsera).
Di colpo ,alla fine degli anni 90 il passaggio di testimone tra Parlamento e governi di alternanza s’impantana. Due, sono le ragioni. L’incredibile maquillage dell’ex Pci che diventa un rassemblement di transfughi dai quattro venti e l’ingerenza sfrenata delle toghe nella politica. Giancarlo Perna: “Ring”, 2021, la Verità.
Il trionfo dell’atletica italiana a Tokyo ci ha entusiasmato tanto da stordirci. Stentiamo a renderci conto che l’erede di Bolt è un ragazzo bresciano e che la nostra staffetta 4x100 fa polpette delle rinomate formazioni giamaicane, statunitensi, canadesi e brucia l’ultimo frazionista inglese sul traguardo. Ne siamo felici e orgogliosi. Ma non abbiamo ancora capito se è uno stabile aumento dei ricavi o un incasso una tantum, un terno al lotto. Gianni de Felice. ItaliaOggi.
Per secoli le carte geografiche sono state eurocentriche, disegnate mettendo al centro l’Europa con l’Asia a destra e l’America a sinistra. Ora si stanno tracciando carte geografiche diverse, di nuova generazione. Carte che hanno al centro, alternativamente, l’America o l’Asia. La visione che le ispira è molto semplice: è insieme una visione di futuro e di potenza, espressa da popoli più giovani, più vitali, più determinati. Giulio Tremonti. “La paura e la speranza”. Mondadori, 2008.
Nelle parrocchie i preti capiscono subito la svolta prodiana e citano la Rerum Novarum e la Quadragesimo anno, ossia le più importanti encicliche sociali, così sono contente anche le signorine impegnate. Molti sacerdoti si mettono a fare una specie di catechismo elettorale; si mobilitano i boy-scout, le associazioni di volontariato, i cattolici più dediti al sociale, quelli con la barba, le ex di Azione cattolica, in particolare quelle rimaste zitelle, e tutti insieme agitano rametti di ulivo. Edmondo Berselli: “Sinistrati”. Mondadori, 2008.
La ritirata in Albania continua inseguita dal vento che scende dalle gole della Viussa. La pioggerella è cessata e i panni addosso gelano. I congelati si trascinano con i piedi neri nella neve. Le dita delle mani si staccano senza dolore. La ritirata continua sotto un diluvio di fiocchi di neve. Bianchi gli elmetti, bianche la mantelline, bianchi carriaggi, il dorso dei muli, bianchi gli occhi come quelli dei morti, bianco l’orizzonte. Franco Monicelli: “Il tempo dei buoni amici”. Bompiani,1975.
Il corteo di Francesco Ferdinando d’Austria trova rifugio in Municipio di Saraievo, l’arciduca è furioso: «Veniamo qui e la gente ci tira addosso delle bombe!», grida al contrito sindaco di Sarajevo. Dopo un breve incontro con le autorità (in cui continua a protestare con rabbia) insiste per essere condotto in ospedale a visitare i due ufficiali feriti. E così firma la propria condanna a morte: l’autista, costretto a proseguire per un percorso improvvisato, appena uscito dal Municipio sbaglia strada e all’altezza del Ponte Latino viene costretto a rallentare per fare marcia indietro. Le altre auto del corteo quasi si tamponano: ora il corteo dell’Arciduca è imbottigliato, fermo. Un bersaglio perfetto, sotto il naso di Gavrilo Princip, 18 anni, figlio di un postino, tisico, sesto di nove fratelli: è l’ultimo dei congiurati serbi che da bravo soldato era rimasto nella postazione che gli avevano assegnato. Ora ha quelle auto ferme davanti e l’arciduca a tiro, a pochi metri: un regalo prezioso. Maurizio Pilotti, Libertà.
Sono anch’io un intellettuale. Impegnato solo a farmi capire. Roberto Gervaso.