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 2021  settembre 06 Lunedì calendario

Il libro di ZanGay

Quanti sono i parlamentari italiani che vivono segretamente la loro omosessualità? È una domanda che ricorre ciclicamente. Il primo a dare una risposta, lustri orsono, fu Franco Grillini, storico pioniere a sinistra dei diritti civili.
Disse Grillini nel 2009, nell’indimenticabile stagione a luci rosse dell’etero B.: “In Parlamento i gay non dichiarati sono la maggioranza, soprattutto nel centrodestra”. Adesso il quesito ritorna nel libro di Alessandro Zan, il deputato padovano del Pd che ha dato il nome al ddl contro misoginia, omotransfobia e abilismo. Il libro esce il 14 settembre e s’intitola Senza paura. La nostra battaglia contro l’odio. È una sorta di appassionata biografia-manifesto, che mescola l’intenso racconto personale di Zan sulla sua omosessualità con le incognite oscurantiste sul futuro dell’Italia, a causa della destra omofoba di Salvini & Meloni.
Una destra prigioniera della doppia morale di matrice clericale su sesso e famiglia tradizionale. Annota infatti Zan a proposito degli omosessuali in Parlamento: “Oggi in Italia, tra Camera e Senato, ci sono 945 parlamentari. Quelli apertamente gay e lesbiche sono quattro: Ivan Scalfarotto, Tommaso Cerno, Barbara Masini e io. È statisticamente impossibile che siamo solo noi quattro e io so per certo che ci sono parlamentari gay in Forza Italia e in Fratelli d’Italia”. Non solo. Rivela Zan, senza però farne il nome: “In vacanza a Mykonos ho incontrato un deputato della Lega, del quale mi ricordo cartelli particolarmene aggressivi contro la legge Zan. Stava baciando un uomo”. Ma la critica del deputato del Pd è appunto radicale e investe l’ipocrisia dei due leader sovranisti: Salvini divorziato, Meloni che convive con il compagno.
Il parametro è quello dell’Italia anni Cinquanta: “Se un padre di famiglia degli anni ’50 fosse trasportato da quell’Italia nel futuro e potesse dare un’occhiata dentro le case degli italiani del 2021, di famiglie tradizionali, secondo la sua idea, non ne troverebbe nessuna, e per fortuna. Sicuramente avrebbe da ridire anche con la vita privata dell’alfiere e della paladina di quell’idea di famiglia, cioè Matteo Salvini e Giorgia Meloni”. Insomma, è la prevalenza del Paese reale su quello politico e ideologico e che colora di ottimismo, nonostante tutto, il libro di Zan.
Dopo l’approvazione alla Camera nello scorso autunno, il ddl si è impantanato al Senato per il tradimento renziano di Italia Viva che ha fatto asse con Salvini. La battaglia riprenderà in questi giorni. Lo spazio è tiranno, purtroppo: ci sarebbe da scrivere sul rapporto di Zan con il papà Lamberto (leghista della prima ora) e sulla libertà scoperta a Sunderland, nell’Inghilterra del nord, grazie all’Erasmus. Ma rimaniamo agli avversari del ddl Zan. Oltre ai sovranisti e alle femministe transfobiche c’è ovviamente la Chiesa. E qui c’è un’altra rivelazione: il colloquio tra Zan e “un alto presule molto legato a papa Francesco”. Si tratta del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna?

(Senza paura Alessandro Zan – Pagine: 160 – Prezzo: 16,90 – Editore: Piemme)