La Stampa, 6 settembre 2021
Editoria, la pirateria digitale è costata 521 milioni
La pirateria sui social media è una minaccia potenzialmente mortale per l’editoria tradizionale, che viene derubata di contenuti prodotti a caro prezzo, ma molto si può fare in Italia recependo la direttiva europea sul copyright e la lotta alla pirateria. Al Festival della Tv e dei nuovi media di Dogliani (Cuneo) il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Giuseppe Moles, ha rivelato che solo nel periodo della pandemia «la pirateria digitale ha faatto danni da 521 milioni di euro». A brevissima scadenza, già entro la metà del mese in corso, verrà convocato un tavolo sull’equo compenso agli editori a tutela del copyright. «Lo presiederò io – ha detto Moles -. In passato era fallito. Ho chiesto a tutti di portare proposte concrete per trovare una soluzione che accontenti tutti».
Intervistato dal direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, il sottosegretario Moles ha detto di prevedere «tempi rapidi» per l’approvazione del testo legislativo sul copyright. «Quello che abbiamo formulato per recepire la direttiva europea potrebbe essere un esempio per altri Paesi. Tra venti giorni, al massimo un mese, sarà licenziato. Credo che sarà un iter veloce, ma è giusto che il Parlamento lo approfondisca. Spero che possa apportare dei miglioramenti».
Comunque il governo non intende procedere con provvedimenti separati di natura eterogenea, prepara invece un intervento complessivo per l’editoria, colpita da una crisi epocale già prima del coronavirus, crisi a cui la pandemia ha aggiunto la mazzata finale.
«È il momento di ragionare sul futuro della filiera – ha spiegato Moles -. Non si può andare avanti con interventi spot. Bisogna mettere un po’ di ordine fra tante norme frastagliate che hanno interessato nel tempo il settore. Non penso a un testo unico dell’editoria, ma a razionalizzare, per dare chiarezza alle norme». A sottolineare la necessità di uno sforzo collettivo, il sottosegretario ha detto che per il rilancio «ci vuole il supporto di tutti gli attori della filiera. Sarà fondamentale anche il ruolo del Recovery Plan».
Fra le priorità c’è anche la previdenza dei giornalisti, anche questa molto colpita dalla crisi. Moles ha detto che domani ci sarà la prima riunione del comitato tecnico per l’Inpgi (l’istituto di settore per le pensioni, ndr). «Io e il ministro del Lavoro Andrea Orlando verificheremo se ci sono soluzioni per salvare l’Inpgi attraverso il confronto fra tutti gli attori. Siamo aperti a qualunque proposta».
Molinari ha chiesto se il nuovo contratto dei giornalisti può essere un’occasione per introdurre dei cambiamenti. «Bisogna partire dal mantenimento dei livelli occupazionali attuali» ha risposto Moles «ma anche ipotizzare strumenti legislativi e finanziari per ampliare la platea di coloro che si occupano di questo mondo. Le rendite di posizione non servono più, c’è il rischio che tutto il sistema cada. Bisogna cominciare ad avere un po’ di fantasia, studiamo le soluzioni insieme». Il sottosegretario invita a «ragionare con calma sul futuro dell’intera filiera. Il legislatore deve tutelare, incentivare, rendere merito di ciò che il sistema editoriale ha conquistato sul campo con investimenti, creazione di posti lavoro, idee. L’avvento del digitale ha accentuato la crisi, è arrivato il momento di trovare soluzioni per la convivenza con questo mondo». —