il Giornale, 5 settembre 2021
Biografia di Antoine Griezmann
Non sei il benvenuto. Pagliaccio! No te queremos. Nell’ambito delle celebrazioni per il trionfale ritorno del Petit Diable all’Atletico, i tifosi colchoneros hanno sentito il dovere di accoglierlo come si deve: sappi che non ti amiamo.
I rumors giravano da luglio e all’ultimo giro d’orologio del mercato, una e quarantacinque della notte spagnola, si sono concretizzati, prestito oneroso di 10 milioni con obbligo di riscatto a 40, cifre ufficiose ma vicinissime all’accordo. Qualcuno è stato più tiepido: ho buona memoria, ti meriti i nostri insulti e per un po’ te li devi prendere, traditore. Un altro tifoso gli ha inviato la foto dello squarcio sul Camino della Leyendas del Wanda lasciato dalla targa commemorativa che lo immortalava, distrutta quando il suo trasferimento al Barcellona è diventato ufficiale nell’estate del 2019. Nel calcio sono testimonianze d’amore. All’Atletico era un dio in terra, a Barcellona non è girata bene. I tifosi blaugrana vogliono Neymar invece arriva lui, Antoine Griezmann, manifesto culturale del nuovo calcio degli anni Duemila, decine di primati in Liga, record di reti in Europa e in Champions, una Supercoppa spagnola, un’Europa League e un Supercoppa europea, campione del Mondo con la Francia, gli agiografi possono riempire diverse pagine col suo palmares. Quella volta si è trattato di scegliere, o lui o Neymar, per tutti e due non c’erano i soldi. Il Barça sceglie il francese a titolo definitivo per 125 milioni che non ha, l’affare lo finanziano le banche, la clausola rescissoria sul contratto è stratosferica, 800 milioni, l’ingaggio è da paura quasi 23 mln a stagione. Un bel carico, se non tiri giù la porta ogni quarto d’ora sei morto. E a Leo Messi non è mai piaciuto fin dal primo giorno quel borghesuccio che gioca a calcio stando in salotto, non lo sopporta, e poi gli toglie spazio, ballano nello stesso quarto di campo e il francesino è ingombrante anche fuori, troppe fan, troppo più bello, più alto e più biondo. E se Messi la pensa così tutto il resto della squadra la pensa così. Però quando questo agosto Leo firma per il Paris Saint Germain sembra finalmente tutto risolto, invece la crisi societaria del Barcellona ha colpito duro, Juan Laporta si è arreso davanti ai 1.350 milioni di debiti e senza un piano B ha sganciato gli ingaggi pesanti lasciando polemiche sulle sue strategie di mercato, qualcuno dice che poteva fare molto di più ma ha scelto di picchiare duro su Josep Maria Bartomeu che lo aveva preceduto alla presidenza, solo un alibi per incolpare solo lui del disastro.
Le finanze più della gloria, via Griezmann per fare spazio al Kun Aguero a costo zero dal City, più il prestito di Luuk de Jong dal Siviglia e l’ingaggio di Memphis Depay, il totale equivale alle due stagioni di stipendio del francese, dov’è l’errore di Laporta? Adesso però per la stampa spagnola e non solo, l’Atletico è il club più forte del pianeta, Griezmann un colpo di mercato formidabile, il bis nella Liga praticamente certo. Ma il Piccolo Diavolo forse non è più quello di prima, l’Atletico fra cessione e riacquisto si è portato a casa circa 70 mln anche se ora gli deve versare per intero il fanta ingaggio stipulato con Bartomeu, segno che ci sta puntando forte anche se le ultime uscite del francese sembrerebbero non giustificare esborso e progetto. Molto hanno pesato le sue cinque stagioni passate con i colchoneros, 94 reti nella Liga sono tanta roba, ma l’eliminazione all’ultimo Europeo della Francia dopo una serie di prestazioni abbastanza deludenti è un segnale, quel piccolo diavolo che gira anarchico per il campo, non sai mai dove cercarlo e all’improvviso scaraventa giù un repertorio infinito, sembra improvvisamente appesantito. Proprio lui che a inizio carriera ha trovato mille difficoltà per il suo fisico gracile che volava a ogni contrasto. Scartato inesorabilmente, basso, esile e mingherlino, non adatto per il calcio, i provini in Francia non si contano, bocciato da tutti gli scout, poi mentre sta effettuando l’ennesimo stage con il Montpellier arrivano quelli della Real Sociedad e se lo portano in Spagna, 30 milioni e lo prende il Cholo. Solo perché è ricco di famiglia, scrivono, vale poco. In effetti al signor Alain Griezmann, il papà tedesco e consigliere comunale, i soldi non mancano e ha fatto molto per la carriera di Antoine, poi il figlio però c’ha messo tantissimo del suo. Agli inizi gioca in fascia, la copre tutta, avanti, indietro e se si presenta in area la mette, quando arriva il Barcellona, e lui aveva giurato eterno amore ai colchoneros, scoppia la tragedia, traditore. Adesso è tornato, prima dichiarato incedibile da Laporta, poi in trattativa con l’Inter scambio con Lautaro, poi con la Juventus scambio con Ronaldo, poi il Milan, poi ancora Cholo Simeone che lo ha voluto sopra ogni cosa appena ha capito che il Barça sbracava. Al Camp Nou si è intristito, due stagioni al vento e qualche dichiarazione non gradita a Madrid: adoro Diego Godin, la Celeste è una versione sudamericana dell’Atletico, si prendono il loro tempo, si buttano per terra, stressano l’arbitro, contro di loro tutte partite di merda. E nella notte del suo addio al Camp Nou: orgoglioso di essere stato uno di voi. E al Wanda sono venute giù le tribune. Trent’anni, non può essere finito ma deve ricominciare tutto daccapo, no te queremos, gli hanno fatto sapere a Madrid.