la Repubblica, 5 settembre 2021
Il discorso della balena
A volte basta poco. Lo strabiliante video (ripreso da un drone) della balena che “danza” attorno a una surfista, nel mare di Argentina, può raddrizzare un pomeriggio passato a leggere notizie di catastrofi, polemiche, cicloni, sparatorie, guerre. Almeno così è accaduto a me. Enorme e benevola, la balena sembra promettere alla ragazza che no, la natura non intende ingoiare l’uomo (anche se potrebbe farlo in un solo boccone) e anzi ha deciso di sopportarlo, se non di proteggerlo.
Naturalmente questa è solo la mia lettura, molto arbitraria, di un incontro casuale, il cui senso profondo appartiene solo ai due mammiferi che lo hanno vissuto. Ma la balena non è un animale qualunque, è un animale-mondo, e il suo lento avvitarsi attorno alla femmina umana, minuscola e immobile, ha una potenza simbolica senza eguali. Come nel bellissimo “L’assemblea degli animali”, racconto filosofico attorno alla pandemia (l’autore è il misterioso Filelfo), la balena incarna la sapienza dei millenni. È anche grazie al suo discorso che il tribunale di tutte le bestie decide di risparmiare la bestia più indocile e pericolosa per le sorti del pianeta, che come ormai ben sappiamo è l’uomo.
Il verbo “proteggere”, che consideriamo nostra sola prerogativa (“dobbiamo proteggere la natura”), in quel video mostra il suo riposante rovescio: potrebbe essere la natura a proteggere noi, si tratta dopotutto di una potenza irriducibile al nostro solo arbitrio, troppe le forze in gioco perché noi si pensi di addomesticarle tutte. Ah, un’altra cosa: essendo le immagini prese dal cielo, non si vede la marca dell’orologio della ragazza, e anche la balena non sembrerebbe avere un Rolex. È una storia che parla d’altro. Che bello poter parlare d’altro, almeno una volta ogni tanto.