Corriere della Sera, 5 settembre 2021
Angelina Jolie parla della separazione con Brad Pitt
«Ci sono molte cose di cui non posso parlare». Nonostante questa premessa, le considerazioni e i sottotesti sono pesanti: Angelina Jolie ha spiegato di ritenere il suo divorzio da Brad Pitt, da lei accusato anche di violenza domestica, una questione di diritti umani, aggiungendo di aver temuto per la sicurezza dei suoi figli.
Le sue parole, un’altra nuvola davanti al ricordo ormai offuscato dell’ex coppia più sfavillante di Hollywood, sono arrivate in una lunga intervista al britannico Guardian, in cui l’attrice, 46 anni, ha intrecciato il suo racconto fra impegno umanitario e vita privata. «Spesso non riesci a riconoscere qualcosa in una dimensione personale, soprattutto se ti concentri sulle più grandi ingiustizie globali, perché tutto il resto sembra più piccolo. Mi ci è voluto tanto per sentire di dovermi separare dal padre dei miei figli». Alla domanda se avesse avuto paura per l’incolumità dei suoi figli, Jolie ha risposto: «Sì, per la mia famiglia. Tutta la mia famiglia».
Angelina Jolie e Brad Pitt hanno annunciato la separazione nel 2016, trasformando l’immagine da sogno dei «Brangelina», bellissimi, ricchissimi, famosissimi, in un incubo di battaglie legali e dolore che è ancora in corso e che include anche la disputa per la custodia dei sei figli.
Non ho mai più voluto lavorare
con Weinstein ed è stata dura per me Quando invece Brad l’ha fatto, abbiamo litigato
e io sono stata male
All’epoca, la goccia che aveva fatto traboccare il vaso sembrava un litigio su un aereo privato. Pitt, ubriaco, sarebbe diventato «verbalmente e fisicamente violento» con il figlio maggiore. L’attore fu poi scagionato, ma ammise di avere problemi di alcol e iniziò un percorso di rehab. Ma la situazione non precipita per un singolo episodio, considera l’attrice durante l’intervista, allargando le sue riflessioni a tanti altri argomenti. Uno, in particolare, è l’incontro con Harvey Weinstein, l’ex produttore cinematografico condannato per stupro e aggressioni sessuali. Weinstein le avrebbe fatto delle avances quando lei, 21enne, stava lavorando al film Playing By Heart. Pur non volendo entrare dettagli, non ha dubbi che fu un abuso: «Era andato oltre i limiti ed è stato qualcosa da cui sono sfuggita. Sono stata distante e ho messo in guardia le persone su di lui, ho detto di non lasciare che le ragazze stessero da sole con lui. Mi hanno chiesto di recitare in The Aviator ma ho detto di no perché era coinvolto. Non ho mai più voluto lavorare con lui ed è stata dura per me quando invece Brad l’ha fatto. Abbiamo litigato per questo e ci sono stata male».
Jolie ha ora scritto un libro Know Your Rights insieme all’avvocata per i diritti umani Geraldine Van Bueren: una guida per aiutare i più piccoli a conoscere i propri diritti e a reclamarli. «Quando viene fatto del male a un bambino, fisicamente, emotivamente o facendo del male a un loro caro, ciò può danneggiarlo. Uno dei motivi per cui i bambini devono avere questi diritti è perché senza sono vulnerabili e rischiano di vivere in modo insicuro». Una constatazione generale che però l’attrice sembra estendere alla sua famiglia, considerando la difesa dei suoi figli come parte di una più ampia battaglia: «È stato tutto così orribile che quasi vedo come una benedizione il fatto di essere in una posizione in cui posso combattere il sistema. Non inizia tutto con una sola violazione. È molto più complicato di così. A mio figlio di 17 anni, per esempio, è stato negato di avere una voce in tribunale» (il riferimento è una negata testimonianza durante le udienze per l’affido). Ma anche se legalmente la guerra continua, Jolie ha detto di desiderare che le ferite si rimarginino: «Voglio che tutti noi si vada avanti, si stia bene e in pace, incluso il padre dei miei figli. Saremo sempre una famiglia».