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 2021  settembre 04 Sabato calendario

Adelphi dopo Calasso (con Cremisi e Colajanni)

Sembra una rivoluzione ma si apre all’insegna della continuità culturale la nuova fase dell’Adelphi senza Roberto Calasso. D’altronde è difficile pensare che le novità uscite dal consiglio di amministratore che il 2 settembre si è riunito in udienza plenaria non portino, in qualche modo, l’imprimatur dell’editore e scrittore scomparso lo scorso 28 luglio a ottant’anni, dopo una lunga malattia gestita con la riservatezza che lo caratterizzava, ma mantenendo fino alla fine il controllo sulla sua creatura. Calasso se n’è andato, quasi un coup de théâtre se non fosse troppo banale, proprio in concomitanza con l’uscita dei due ultimi libri in cui ha voluto raccontare in un’unica soluzione il passato e l’inizio dell’oggi, cioè i suoi primi tredici anni di vita (Memè Scianca) e le ragioni che, con Roberto Bazlen, precedono la nascita di Adelphi(Bobi).
Le nuove nomine del Consiglio di amministrazione della casa editrice milanese sembrano essere l’espressione di una sua precisa volontà. L’altro ieri all’unanimità è stata nominata presidente del consiglio di amministrazione Teresa Cremisi, mentre amministratore delegato e direttore editoriale è Roberto Colajanni, il nipote dell’editore.
Nato a Roma nel 1985, figlio della sorella dell’autore di Le nozze di Cadmo e Armonia, Vanna, e dell’antropologo Antonino Colajanni, Roberto lavora in Adelphi come editor dal 2011 e dal 2019 è direttore della collana «gli Adelphi». Negli ultimi anni è stato a stretto, quotidiano contatto con lo zio, apprendendo il mestiere direttamente alla fonte. L’eredità culturale Adelphi dunque passa a un altro Roberto, dopo Roberto Calasso e Roberto Bazlen. E anche in questo sembra esserci un imperscrutabile disegno.
L’investitura era nell’aria ma ora poggia su un primo, mattone istituzionale che mette sulle spalle di Colajanni una grande responsabilità. Una base solida se si considera che Calasso nella casa editrice era uno e trino, ma arrivò ad assommare su di sé i tre incarichi in un percorso lungo cinquant’anni: direttore editoriale nel 1971 (dieci anni dopo la fondazione), consigliere delegato nel 1990, presidente della casa editrice dal 1999.
Il delfino
Figlio della sorella dell’autore di «Cadmo e Armonia» lavora in casa editrice dal 2011
Tra le novità annunciate da Adelphi in un comunicato c’è il fatto che il consiglio di amministrazione passa da sei membri a sette cooptando, fino alla prossima assemblea degli azionisti, Simonetta Mazza, che in via San Giovanni sul Muro è responsabile dei diritti. È stato inoltre istituito un comitato esecutivo composto da Roberto Colajanni, Teresa Cremisi ed Elisabetta Zevi.
Il ruolo di Teresa Cremisi, che in Francia è considerata una sorta di ambasciatrice delle lettere, è un segnale forte di autorevolezza, anche sul fronte internazionale. Nata ad Alessandria d’Egitto, una laurea alla Bocconi, Cremisi ha lavorato in Garzanti per più di vent’anni e dal 1989 vive a Parigi, dove è stata direttore editoriale di Gallimard e poi presidente e direttore generale del Gruppo Flammarion. Fino al 2012 è stata vicepresidente di Rcs Libri. Insomma una carriera ai massimi livelli dell’editoria internazionale. Amica di Calasso da tempo, con Adelphi Cremisi – che può annoverare Michel Houellebecq e Yasmina Reza tra «i suoi autori» – ha pubblicato La Triomphante: più che un’autobiografia «un autoritratto spirituale» che dagli anni dell’infanzia in Egitto arriva al trasferimento definitivo in Francia.
La successione in via San Giovanni sul Muro è il caso da manuale di un’azienda editoriale che si è identificata per decenni in un unico volto. Dopo la morte di Calasso in molti, anche all’estero dove il marchio Adelphi e la figura dell’editore hanno sempre esercitato un grande fascino, si sono interrogati su quale sarebbe stato il futuro della casa editrice. Calasso, che ha lasciato la moglie, Fleur Jaeggy, e due figli, possedeva il 70 per cento delle quote (soci di minoranza sono Francesco Pellizzi ed Elisabetta Zevi, entrambi nel consiglio di amministrazione insieme a Francesca Luchi) e non poteva vedere certo con molto favore l’ipotesi della vendita del marchio, considerato che nel 2015 aveva ricomprato da Rcs le quote vendute nel 2006.
Successione
Un marchio che da cinquant’anni si identificava
nel fondatore
Per capire gli sviluppi e gli equilibri dell’organizzazione interna, dove ha sempre avuto un ruolo rilevante anche Matteo Codignola, editor, traduttore e un po’ memoria storica del marchio, anche in virtù del legame familiare con Calasso, bisognerà aspettare. Certo L’impronta dell’editore, come recita il titolo di un libro di Roberto Calasso, per ora è ancora forte.