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 2021  settembre 04 Sabato calendario

Intervista a Morgan (di nuovo senza casa)

Morgan, è rientrato nella sua casa?
«No, e non so nemmeno quando ci faranno rientrare. Io e altre famiglie che abitano accanto al grande palazzo che ha preso fuoco in via Antonini, a Milano, siamo stati allontanati dalle nostre case per il rischio di crolli. Dall’oggi al domani».
E lei dove alloggia adesso?
«Sono ospite di una persona meravigliosa, il pittore e scultore Robert Gligorov, sempre a Milano. Con me ho soltanto qualche vestito e una chitarra».
Poco per un musicista così impegnato come lei.
«È questo il punto: sono un artista che non può fare arte. Nella casa che ho dovuto lasciare, anche se temporaneamente, c’è tutto quello che mi permette di lavorare».
Per esempio?
«Per esempio i miei strumenti. Io sono un polistrumentista e ogni giorno mi alleno al pianoforte, al basso, al clavicembalo, alle percussioni. Non ho niente con me, per non parlare degli appunti, degli spartiti, delle parole. Però poi penso a quelle povere famiglie del palazzo incendiato, quelle persone che hanno davvero perduto tutto e allora mi passa. Naturalmente».
Ha già sentito Mahmood, il suo collega che abitava nella Torre dei Mori?
«Non ancora ma penso di contattarlo a breve perché voglio capire che cosa si sta facendo. Certamente ho parlato con alcune di quelle persone e vorrei fare qualcosa di concreto. Per esempio, domani sera (oggi per chi legge, ndr) io terrò un concerto al Comfort Festival di Ferrara: ho chiesto e ottenuto che se qualcuna di quelle famiglie che sono rimaste fuori casa avesse voglia di venire potrà farlo senza pagare il biglietto (chi volesse partecipare dovrà mandare una email alla BarleyArts, ndr).
In questi giorni abbiamo letto tante storie di persone che, assieme alla casa, hanno perso anche dei luoghi di lavoro, perché ormai le case sono anche questo.
«Infatti, è questo il punto. Non ci sono soltanto i luoghi dove mangiamo o dormiamo, ma tanti di noi hanno l’ufficio domestico, dall’atelier alla postazione per lo smart working. E per gli artisti come me c’è dell’altro. Io mi alleno suonando Bach o Beethoven tutti i giorni, per almeno due ore. Fa parte del mio essere artista. La musica si nutre di una disciplina costante, di un continuo immergersi nelle note e nelle parole. Senza contare l’effetto pratico di lavorare senza l’home recording oppure il computer fisso dove conservo tutto».
Ha perso qualche occasione di lavoro?
«Sì, per esempio il Teatro Bellini di Napoli mi aveva commissionato una colonna sonora per accompagnare uno dei suoi spettacoli e io non posso realizzarla. Ma è solo un esempio. Ecco perché chiedo di non far calare l’attenzione su quello che è accaduto a Milano: famiglie intere sono lontane da casa e molti, con questa, hanno perso anche gli strumenti di lavoro. Posso fare un appello sul Corriere della Sera?»
Certamente.
«Se il Comune lo consentirà e se sarà possibile tornare a stare nella mia casa, io la aprirò e ospiterò temporaneamente una o due di quelle famiglie che hanno perso l’appartamento. Il mio vuole essere sì, un gesto di solidarietà, ma anche un gesto rivolto a chi deve vigilare sulla loro situazione: queste persone non vanno lasciate sole».
Sempre se le permetteranno di riaprire la casa e di tornarci a breve.
«Sì, e a questo proposito faccio un altro appello: a me basterebbe tornarci un paio d’ore al giorno per lavorare. Per andare a riprendermi la mia musica».
Lei era sul posto nel giorno in cui il palazzo ha preso fuoco.
«Vedere quella facciata bruciare in un modo così inesorabile mi ha fatto riflettere sul dualismo etica/estetica. A quanto pare quella facciata era lì per un effetto estetico, ma non si è prestata abbastanza attenzione ai materiali. Penso che quando assistiamo ad uno squilibrio tra ciò che è bello e ciò che è buono – nel senso di fatto ad arte —, perdiamo qualcosa».
La musica dal vivo è stata a lungo ferma a causa della pandemia. Ha fatto discutere la posizione di De Gregori che ha scelto di non condannare Salmo, il rapper che ha sfidato le restrizioni.
«Penso che Francesco abbia fatto benissimo, e io sto con lui. Ha messo l’accento sulla dignità degli artisti: in tanti pensano che noi siamo creature astratte. Noi siamo concreti, calati nel mondo».