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 2021  settembre 04 Sabato calendario

L’orogio di lusso sul polso della sinistra. Polemica


ROMA – La polemica vola sui social. Pare planare come suo solito sul dibattito politico, ma stavolta finisce per abbattersi sull’armadio dei candidati alle Comunali e farne un tema da campagna elettorale. Per la precisione, nelle ultime ore a prendersi la ribalta è stato il polso di Roman Pastore, 21enne social media manager dei renziani under 30. In corsa per un posto da consigliere al III Municipio di Roma nella lista di Carlo Calenda, è stato beccato dalla rete per le foto in cui indossa un Audemars Piguet da decine di migliaia di euro. Insomma, un cugino di un Rolex, altro orologio nella collezione che il giovane aspirante politico mette in mostra sui social.
Quanto basta per scatenare la rissa su Twitter, lanciata da un cinguettio della psicologa Barbara Collevecchio, e lasciare basito Pastore, in bilico tra Italia Viva e Azione. «Io un figlio di papà? Sono orgogliosamente figlio di mio padre, che purtroppo non c’è più da diversi anni», racconta il ragazzo, studente di Scienze politiche alla Sapienza. Reduce dalle lezioni della scuola politica di Iv a Ponte di Legno, è amareggiato. Ma rilancia: «Mio padre mi ha lasciato un orologio, ma mi ha insegnato a non giudicare nessuno dalle apparenze, senza sapere nulla di lui e della sua vita. L’odio sul web? Spaventoso. Matteo (Renzi, ndr ) ci ha detto di andare oltre i click e di approfondire sempre. Ma mi hanno fatto male. C’è anche chi ha tirato in ballo la malattia che ha portato via mio padre». Come detto, a innescare la bufera 2.0 è stato un tweet di Barbara Collevecchio, analista di scuola junghiana in procinto di sfornare un saggio sul narcisismo politico. Dunque quale occasione più ghiotta delle foto postate da Pastore? Il post è velenoso: «Bisognerebbe educare i giovani ai valori genuini, non ad indossare Rolex e vestirsi da giovani vecchi wannabe renziani». Quindi il bis: «Poverino, candidato a 21 anni da Calenda, partecipa alla scuola di Renzi che predica che i poveri devono soffrire senza Reddito di cittadinanza e una notevole collezione di patacconi».
È qui che Carlo Calenda, leader di Azione e candidato sindaco, interviene in difesa di Pastore: «Barbara, questo tweet è aberrante. Te la stai prendendo con un ragazzo di 21 anni per un orologio. Anche Salvini con Gad Lerner, che almeno aveva età e visibilità per rispondere, è arrivato a tanto. Fossi in te prenderei 12 ore di tempo per vergognarmi e poi mi scuserei». Poi l’eurodeputato ritorna alla carica con un secondo cinguettio: «Si giudicano le persone per la qualità di quello che dicono o fanno, non sulla base di che orologio portano».
Twitter si divide. I detrattori attaccano i giovani «incamiciati». Spuntano foto di Fidel Castro con il suo doppio Rolex e di Che Guevara con lo stesso cronografo. Qualcuno tira in ballo Fedex e J-Ax, i versi della loro Comunisti col Rolex. Pastore è sommerso dalle notifiche: «Body shaming, razzismo, parole tremende. Tutti leoni da tastiera».
Tra i cinguettii, si leva quello di Virginia Raggi: solidarietà a Pastore. «La sindaca si è schierata con me. Abbiamo idee diverse, ma mi ha fatto molto piacere», dice il 21enne. Prima della prima cittadina grillina, oltre a Calenda, erano stati due esponenti di Italia Viva a fare da scudo al loro giovane. Ecco la viceministra dei Trasporti, Teresa Bellanova, e il deputato Luciano Nobili: «Si potrebbe parlare di tante cose per raccontare i tre giorni della scuola Meritare l’Europa. Si potrebbe raccontare dell’entusiasmo di 500 ragazze e ragazzi curiosi, appassionati. Si sceglie invece di scagliare l’odio social verso un ragazzo, colpevole di avere al polso un orologio costoso lasciatogli dal padre scomparso anni fa e di dimostrare a che livello miserabile può scendere la polemica politica». L’ultima parola a Pastore: «Continuerò a portare quell’Audemars? Certo. È un simbolo dell’affetto di mio padre».