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 2021  settembre 04 Sabato calendario

Nonostante l’Amuchina gli Angelini sono in perdita

L’anno della pandemia e del conseguente massiccio uso di Amuchina non beneficia più di tanto le tasche degli Angelini, la dinastia farmaceutica che controlla l’omonimo gruppo che fra l’altro produce il noto disinfettante. Qualche giorno fa, infatti, s’è riunita l’assemblea della cassaforte Angelini Finanziaria che ha riportato a nuovo la perdita di oltre 4 milioni di euro segnata nel bilancio ordinario 2020, di poco inferiore al passivo di 4,8 milioni dell’esercizio precedente. La finanziaria vede come presidente e a.d. Francesco Angelini che detiene il 16% del capitale in proprietà e l’84% in usufrutto, la figlia Thea Paola il 68% in nuda proprietà col 52% dei diritti di voto e la terza sorella Maria Francesca il 16% in nuda proprietà: all’assemblea ha partecipato solo Thea Paola rappresentata dall’avvocato Francesco Gianni.

La perdita del 2020 si deve, come ha spiegato ai soci il cfo Emanuele Campagnoli, agli emolumenti degli organi sociali e ad altri costi. Di tutt’altro segno, ovviamente, il bilancio consolidato 2020 che recepisce i risultati della controllata Angelini Holding, a monte del gruppo industriale, chiuso con un utile di 126,4 milioni (144 milioni nel 2019) a fronte di ricavi a 1,75 miliardi (in crescita del 5% sull’anno prima) e un mol salito da 213,3 a 254,4 milioni.
Dal punto di vista patrimoniale il patrimonio netto è balzato dagli 1,96 miliardi del 2019 a 2,85 miliardi ma è tutto merito della rivalutazione di oltre 795 milioni effettuata dalla controllata Angelini Pharma sui marchi “Tachipirina” e “Moment” e resa possibile dalla legge dell’ottobre scorso preceduta dal relativo Decreto Agosto varato dal governo di Giuseppe Conte.