Il Messaggero, 3 settembre 2021
Il caro caffè
Esportazioni a rilento, trasporti bloccati, raccolti compromessi e, soprattutto, aumento dei prezzi, che rischiano di ricadere sul consumatore finale. Con la diffusione della variante Delta del Covid in molti Paesi sono tornati lockdown e restrizioni. Succede anche in Vietnam, nel regno del caffè: poche settimane fa sono state introdotte nuove norme stringenti per contenere la diffusione dei contagi. Una delle conseguenze, che interessa anche l’Europa, è la difficoltà nell’esportazione e nel commercio del chicchi, che potrebbe presto portare a un’impennata nei prezzi: basti pensare che quest’anno i costi all’ingrosso della varietà Robusta – meno pregiata dell’Arabica – sono già aumentati di circa il 50 per cento, secondo una stima fatta dalla Bbc. Il Vietnam – con 570mila ettari di coltivazioni – è il secondo produttore ed esportatore mondiale di caffè dopo il Brasile. Ma anche nel paese sudamericano, il più grande produttore mondiale della varietà Arabica, ci sono problemi: la raccolta è a rischio a causa delle condizioni meteo sfavorevoli. Un periodo di prolungata siccità ha compromesso il raccolto del 2021 – è successa la stessa cosa anche in Colombia – e alcune gelate hanno danneggiato le altre piante. I danni sono stati così gravi che alcuni coltivatori dovranno ripiantare gli alberi e attendere almeno tre anni per riprendere la produzione. Gli analisti parlano di «tempesta perfetta».
IL PORTO
Ma torniamo al Vietnam. In questi giorni Ho Chi Minh, nel sud del Paese, è praticamente bloccata a causa di un duro lockdown. Per i produttori è sempre più difficile raggiungere la città, sede del principale porto commerciale del Vietnam. Ma non è tutto. I problemi derivano anche dal fatto che il governo ha deciso di estendere le restrizioni pure alla regione del Tây Nguyên, gli Altipiani Occidentali, dove si trovano le coltivazioni di Robusta. I ritardi nelle consegne si sommano poi alla carenza di container e all’ingolfamento dei porti. E tutto si traduce in un aumento dei costi di esportazione delle merci.
Ora l’associazione dei produttori di caffè e cacao del Vietnam ha lanciato un appello e ha presentato al governo una petizione per ottenere un allentamento delle restrizioni che, oltretutto, stanno mettendo a dura prova anche altre multinazionali che operano in Vietnam, tra le quali i colossi Samsung, Adidas e Nike. «Spedire un container dal Vietnam all’Europa oggi costa fino a 10mila dollari: sei o sette volte tanto rispetto ad un anno fa», ha raccontato a Bloomberg un dirigente della Quang Minh Coffee Trading JSC, Phan Hung Anh. La risposta è arrivata dal ministro dei Trasporti, Nguyen Van The, che ha chiesto alle autorità locali di lavorare per facilitare il più possibile il trasporto dei prodotti agricoli più richiesti, come il caffè e il riso. La situazione al momento è critica, ed è probabile che le esportazioni continueranno a diminuire fino a settembre, secondo le principali società di spedizioni, Intimex Group e Simexco Daklak.
I PREZZI
I prezzi della varietà Arabica sono già saliti ai massimi dal 2014 e anche i prezzi della Robusta si sono impennati, con la conseguenza che molti esportatori sono stati costretti ad annullare diversi contratti e, probabilmente, il costo del caffè al bar e al supermercato sarà destinato ad aumentare.
La situazione ha iniziato a precipitare all’inizio dell’estate. A fine maggio le autorità hanno avviato test di massa e introdotto nuove regole sul distanziamento per contrastare alcuni focolai scoppiati a Ho Chi Minh. Il passo successivo è stato il lockdown. In agosto il governo ha detto che avrebbe impiegato l’esercito per controllare le persone che uscivano di casa. I dati non sono incoraggianti: lunedì nel Paese sono stati riscontrati più di 14mila casi di contagio, per un totale di 450mila casi. Nonostante il Vietnam abbia autorizzato l’utilizzo di sei vaccini anti-Covid, soltanto il 2,6 per cento della popolazione ha completato il ciclo di immunizzazione.