Il Sole 24 Ore, 3 settembre 2021
Quelli che con il calcio macinano ancora milioni
Aziende unipersonali che macinano profitti su profitti, all’interno di club che, invece, spesso accumulano debiti miliardari. Multinazionali in nome e per conto proprio dentro società che, di globale, talvolta hanno solo la storia e la tradizione. Vagoni talmente potenti che – anche staccati dal locomotore – viaggiano di forza autonoma, pronti a dare nuova potenza a chi li riaggancia
Stiamo parlando dei grandi calciatori, i cosiddetti “top player” del football. Sono loro – singolarmente presi – il nuovo “star system”.
Alcuni di questi top player di ieri e di oggi – Mancini, Vialli, Ronaldo, Totti, Messi, Vieri, De Rossi, Ibrahimovic, Baggio e Del Piero – sono raccontati nel libro I Re Mida del calcio, primo volume della collana “Fiume di denaro” edito dal Sole 24 Ore. Il libro racconta affari e investimenti fatti con i soldi accumulati negli anni come calciatori, manager, testimonial. Insomma, la “seconda vita” dei campioni del football. Il libro è la naturale evoluzione del format multimediale “Fiume di denaro” (carta, video e web) nato nel 2017 e che dal 2020 ha debuttato anche come podcast (in abbonamento sulla piattaforma Apple Podcasts Subscriptions).
Il mondo del calcio è diventato il business globale per eccellenza. Muove interessi miliardari e l’esplosione dei diritti tv è stata la sua benzina. Prendiamo Lionel Messi, al centro di una telenovela che lo ha portato a lasciare il Barcellona e a indossare la maglia del Paris Saint Germain (Psg), una squadra fondata nel 1970. Niente a che vedere – quanto a storia e trofei – con il Barcellona, che prese vita nel 1899 grazie a un gruppo di calciatori svizzeri e britannici.
Messi – in una sola estate – è riuscito a spostare l’ago della bilancia per sé e per il nuovo club. Le sue magliette sono state tutte vendute in poche ore e solo pochi giorni fa il sito del Psg ha comunicato che la casa produttrice è nuovamente in grado di rifornire store e
negozi nel mondo.
Per chi è l’affare? Innanzitutto per Messi. Il Psg – secondo quanto racconta il media sportivo spagnolo As – riceve solo il 7% dalla vendita di ciascuna maglietta, il cui prezzo varia da 90 a 150 euro ma, sul libero mercato del web, quelle acquistate dopo essere state messe in vendita il primo giorno viaggiano già a cifre molto più elevate. E si aprono le aste.
Un altro esempio di come un singolo Re Mida del calcio sia in grado di spostare l’ago della bilancia? La prima partita disputata da Messi con la maglia del Psg ha avuto una audience media di 2,2 milioni di spettatori sulla tv Telecinco. Mai accaduto prima che una partita di Ligue ricevesse in Spagna una tale accoglienza. Felici sponsor e giocatore.
Il libro racconta che questo processo di trasformazione da divi a star globali, parte da lontano. Prendiamo un giocatore come Roberto Baggio, pallone d’oro e giocatore straordinario. È stato tra i primi a capitalizzare la sua immagine come testimonial planetario. Nel ’97 la Granarolo mise sotto contratto Baggio, appena sbarcato sotto le Due Torri di Bologna per giocare la sua unica stagione con la maglia rossoblù. Il manager Luciano Sita svelò in un’intervista a Repubblica del 2011 i retroscena di quella storica sponsorizzazione: «Baggio per noi fu una scommessa. I suoi diritti d’immagine ci costarono 150 milioni di vecchie lire, ma ne guadagnammo almeno dieci volte tanto». A quel tempo l’azienda aveva una dimensione regionale ma fu grazie al divertente spot del ragazzo-mucca «che – disse Sita – diventammo un grande marchio nazionale». La Granarolo, al termine del contratto, tornò da Baggio «ma – concluse il manager – il procuratore ci sparò una cifra esorbitante». Nel frattempo, il “divin codino” era già volato all’Inter, rianimato dall’annata in rossoblù a suon di gol e latte bolognese.
E che dire – saltando ancora ai giorni nostri – della “multinazionale Ibra”? «Zlatan Ibrahimovic è il più intelligente di tutti e anche il più ricco. Ha dentro di sé un valore da un miliardo di sterline», ha dichiarato il suo potente procuratore Mino Raiola. E poi c’è Cristiano Ronaldo, primo calciatore della storia ad aver guadagnato un miliardo di dollari. Anche oggi, al Manchester United, il suo stipendio è di quasi 560mila euro alla settimana o, se si preferisce, 79.452 euro al giorno. Come definirlo, se non un nuovo “re Mida”?