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 2021  settembre 03 Venerdì calendario

Periscopio

È difficile stupirsi di fronte al duro giudizio di Pierluigi Battista, scrittore ed editorialista dell’Huffingtonpost: «La catastrofe afghana segna la fine di un’epoca: il mondo occidentale basato sulla democrazia, nato a Pearl Harbor, è morto a Kabul. La Nato non esiste più e anche l’Europa è uno zero. Per i nostri figli si prepara un secolo dominato dalla Cina». Tino Oldani. ItaliaOggi.

Nemmeno in Vietnam fu così. In Vietnam c’era uno straccio di accordo di pace per il quale Kissinger e Le Duc To ebbero il premio Nobel. Da quell’accordo allo sgombero degli americani passarono due anni e non due settimane. Eppure gli elicotteri di Saigon divennero l’emblema di una sconfitta. Ora se paragonati ai disperati di Kabul che cascano dai carrelli degli aerei danno l’impressione di un ritiro ordinato e dignitoso. Cesare De Carlo. QN.
Era l’aprile del 2006, a Herat. Anche lì, nel cuore aspro dell’Afghanistan, l’aria sapeva ormai di primavera. Gli uomini dell’Esercito italiano si avventuravano per strade impervie fino a villaggi remoti, per scavare pozzi e costruire scuole. Noi giornalisti “embedded” scendevamo con loro dalle jeep, gli occhi della gente mostravano diffidenza. Un ragazzino infine si avvicinava, chiedeva in pashtoun all’interprete: «Chi siete? Non siete russi?» (Gli afghani odiavano i sovietici, che li avevano invasi). Saputo che eravamo italiani si facevano amichevoli, uno sciame di bambini ci circondava. Come in una scena di Sciuscià. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.

Ridicolmente convinta che non sia più «il tempo delle cannoniere», e che oggi la diplomazia si faccia a chiacchiere da osteria engagé, l’Europa sta andando incontro alla peggior crisi della sua storia dopo la caduta dell’Impero romano. Sono più di dieci anni, già sotto Obama e Trump, che gli Stati Uniti sgombrano anche dai nostri aeroporti. A chi chiederemo in prestito un ombrello per ripararci da tempeste e mala tempora? Ai sovranisti? Ai populisti? Alle vecchie glorie sempre più bollite della vecchia politica? Oppure a Emergency? Al Papa? Agli Anti-vx? Questo il mondo in cui per un po’ ci toccherà vivere. Salute a noi. Diego Gabutti. ItaliaOggi.
Nel corso del mezzo secolo c’è stato, in Italia, un continuo passaggio di consegne tra organi costituzionali. A turno, l’uno ha esercitato per qualche tempo la supremazia e ha poi fatto un passo indietro, cedendola all’altro. Una sorta di gara, talvolta litigiosa, tra Parlamento, e residenza della Repubblica che, nell’ordine, si sono contesi la scena. E da ormai un decennio è il Quirinale a detenere lo scettro. Giancarlo Perna: “Ring”, 2021, la Verità.

La sinistra non può essere rappresentata solo da qualche campagna per i diritti. Ci sono i problemi del lavoro, dei della ridistribuzione della ricchezza. Michele Santoro. Libero.
A Conte avevamo detto di prendere lo statuto e di farlo evolvere, di partire dal nostro Statuto. Lui invece ha preso due avvocati e ha scritto un’altra cosa. Me lo ha dato e mi ha detto di non farlo leggere a nessuno. Io l’ho letto e tante cose non andavano. Beppe Grillo all’Assemblea del M5s.
Nel luglio 2019, Conte spergiurò: «Che io possa andare in Parlamento a cercare maggioranze alternative o che voglia addirittura dar vita a un mii partito è pura fantasia. Noi non facciamo i peggiori ragionamenti della Prima Repubblica, noi voliamo in alto». Matteo Renzi: “Controcorrente”. Piemme. 2011.
Il numero dei soggetti che hanno aderito ai benefici della Quota 100 si è rivelato di gran lunga inferiore rispetto a quello stimato perché, contrariamente a quello che pensavano i promotori, la maggioranza degli italiani si è dimostrata più interessata al lavoro che alla rendita. Marcello Gualtieri. ItaliaOggi.

Oltre al fatto che nessun magistrato paga per gli errori commessi, tutti rimangono tranquillamente al loro posto anzi fanno anche delle brillanti carriere come la fecero, a suo tempo, i magistrati che arrestarono Tortora (uno venne anche eletto al Csm). Giovanni Minoli (Giovanni Maria Jocobazzi). Libero.
Chi sta davvero appoggiando Draghi è il centrodestra. I cinquestelle traccheggiano struggendosi per Conte, Letta a volte fa discorsi da segretario di Democrazia proletaria degli anni 70. La missione di Draghi non è di andare al Quirinale ma di portare a termine il lavoro affidatoci dalla Ue di modernizzare il paese. Draghi quindi è diventato l’interprete della maggioranza silenziosa per farci tornare primi nei campi in cui già eccelliamo: tecnologia, manifattura, agroalimentare, sostenibilità. Pietrangelo Buttafuoco. Francesco Specchia.(Libero).

L’Olimpiade ci lascia con questa gioia in apnea. L’oro di Tokyo ci ha mozzato il fiato. Mi sono goduta l’Olimpiade giorno per giorno, da vecchio croniqueur d’Olympià. Balzando dalla poltrona, urlando, imprecando e, perché no, anche facendomi scappare qualche lacrimuccia di commozione. I vecchi croniqueurs non sono di legno, specialmente quando ricordi ed esperienze riattraversano la mente. I Giochi non sono meeting di passaggio. Ogni Olimpiade segna un’epoca e lascia un marchio per la vita in chi ha avuto la fortuna di viverla. Gianni de Felice. ItaliaOggi.
Il giorno dell’attentato di Sarajevo è proprio il giorno di san Vito martire, il Vidovdan, sacro per i serbi che in quella data celebrano la sconfitta patita a Kosovo Polje, la Piana dei Merli, contro gli ottomani nel 1389: quale occasione migliore per ribadire nel sangue la propria fedeltà alla grande Serbia? (Per inciso: ci vorrebbe un bravo psicanalista per spiegare una cultura nazionale che celebra come proprio atto fondativo un massacro subìto, tra teste mozzate e gole tagliate. Ma tant’è). Maurizio Pilotti, Libertà.

Nella Preistoria l’uomo faceva di conto incidendo tacche sulle ossa, alcune lunghe, altre corte, sequenze regolari che tenevano conto di qualcosa. I numeri romani ne sono la trasposizione scritta di queste tacche. Piergiorgio Oddifreddi (Riccardo Foti). Libertà.
Se penso dalla mia infanzia mi vedo in via Buttigliera 5, a Torino. Sono sul balcone che aspetto mio padre dal lavoro. Lo vedo arrivare e poi usciamo, mi porta a fare una passeggiata o a giocare la schedina. Al bar mi fa giocare a flipper, salgo su una sedia perché non ci arrivo. Di quell’età è anche l’immagine di mia mamma che prepara panini con la Nutella e Coca Cola con ghiaccio per i miei amichetti. Alba Parietti, (Elvira Serra). Corsera.
L’intellettuale non s’impegna mai a caso. Roberto Gervaso.