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 2021  settembre 02 Giovedì calendario

I conti in rosso della Bialetti

L’omino coi baffi delle caffettiere Bialetti è di nuovo in crisi, e per uscirne ha bisogno degli azionisti. La società, fondata nel 1919 da Alfonso Bialetti, non sembra essere riuscita a beneficiare dei lunghi mesi della pandemia, che hanno costretto in casa un gran numero di persone, molte delle quali probabilmente hanno cercato di dare sapore alle difficili giornate con qualche tazzina di caffè. E se ce non c’è riuscita è colpa soprattutto dei Bialetti Store, i negozi del gruppo i cui affari hanno risentito fortemente degli effetti del Covid-19, così come degli oneri legati alla “vecchia” ristrutturazione del debito del 2019.
Non a caso Bialetti Industrie, nella nota in cui annuncia la nuova manovra finanziaria, spiega: «La sopravvenuta situazione di crisi connessa all’emergenza sanitaria e la sua imprevedibile evoluzione hanno determinato l’impossibilità prospettica di adempiere alle obbligazioni di pagamento risalenti all’accordo del 2019». Da qui la necessità di chiamare a raccolta gli azionisti per votare la nuova operazione finalizzata per rimettere in ordine la situazione patrimoniale.
Così, con l’assemblea ordinaria e straordinaria in calendario per il 30 settembre e l’8 ottobre, i soci dovranno approvare i bilanci del 2019 e del 2020, con quest’ultimo che si è chiuso con perdite nette di gruppo per 10,5 milioni e con un fatturato consolidato in discesa a 125,5 milioni dai 140 del 2019, a causa delle conseguenze della pandemia sui negozi Bialetti Store e della riduzione del numero degli stessi. Soprattutto, però, i soci dovranno approvare la manovra finanziaria, incentrata su 64 milioni di debiti chirografari, che trova uno snodo chiave nel nuovo accordo di ristrutturazione sottoscritto il 19 luglio, coinvolgendo diversi soggetti, tra cui il veicolo di cartolarizzazione di prestiti Moka Bean, la società del Tesoro che opera nel recupero crediti Amco, la prima azionista che fa capo alla famiglia Ranzoni, Bialetti Holding srl, e Illimity Bank. L’indebitamento finanziario di gruppo è salito a fine luglio a 120,8 milioni.
In particolare è prevista da parte di Illimity e Amco la remissione, e quindi la rinuncia, di crediti per 20 milioni, oltre che la conversione in strumenti finanziari partecipativi azionari di parte del restante debito verso i due soggetti. Bialetti, anche per finanziare un nuovo piano industriale dagli obiettivi meno ambiziosi rispetto al precedente, emetterà poi un prestito obbligazionario da 10 milioni che sarà integralmente sottoscritto dalla banca guidata da Corrado Passera. La parola sulla manovra sta per passare agli azionisti e quindi principalmente a Bialetti Holding, che possiede oltre il 45% della società.