la Repubblica, 2 settembre 2021
Il futuro di Venezia è sott’acqua
Il destino di una delle città più belle del mondo, così come di migliaia di altre località costiere, è appeso a un futuro incerto dominato da dinamiche che avvengono lontano, nei mari.
Venezia, ci dice oggi un nuovo studio internazionale, entro la fine del secolo potrebbe dover fare i conti con un innalzamento del livello del mare fra i 17 cm e i 120 cm in uno scenario realistico, sino a 180 in uno plausibile ma meno probabile. Tradotto significherebbe, dicono gli scienziati, che nemmeno il Mose sempre attivo potrebbe fare molto per scongiurare catastrofiche alluvioni in città.
Quelle indicate sono proiezioni, basate su dati storici e modelli, che decine di ricercatori internazionali, fra Università Ca’ Foscari, del Salento e Istituto di Scienze marine Ismar, hanno sviluppato nel tentativo di comprendere cosa accadrà in Laguna entro il 2100. «Ma a regnare è l’incertezza perché ci manca la comprensione di cosa accadrà con alcuni processi fondamentali», spiega uno delle firme dello studio, Davide Zanchettin, professore di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera alla Ca’ Foscari.
Quello che non è facile da prevedere è come per esempio influenzeranno il livello dei mari le calotte polari di Groenlandia e Antartide che si stanno sciogliendo, oppure le dinamiche delle correnti e masse d’acqua, come nello Stretto di Gibilterra, o ancora l’aumento costante delle temperature degli oceani. «Negli scenari più pessimistici – continua Zanchettin – nemmeno il Mose sarà adeguato e anche in quelli più positivi servirà preparazione: 17 cm di innalzamento non sono pochi, e ricordiamo che basta un attimo oggi per mandare San Marco sott’acqua. Piccoli aumenti possono avere un grande impatto».
Nello scenario attuale, quello in cui le emissioni climalteranti non dimuniscono e il Pianeta si avvia oltre la soglia di +1,5 gradi, entro fine secolo registrare livelli estremi del mare sarà 100 volte più probabile, ci dice un’altra ricerca, a firma dell’italiana Claudia Tebaldi, ricercatrice del Pacific Northwest National Laboratory degli Usa e relatrice di diversi report Ipcc. «A livello globale – spiega Tebaldi dagli States – il livello del mare si sta alzando con una velocità senza precedenti negli ultimi tremila anni. Anche se riusciremo a contenere le emissioni, aumenterà. Ci sono molte incertezze legate all’innalzamento e la speranza è che le nostre proiezioni siano sbagliate. Ma già sappiamo che nel mondo i Paesi che si trovano vicino a tropici ed equatore sono quelli più a rischio, così come città costiere come Venezia che subiranno conseguenze e dovranno pensare nel tempo a misure di protezione diverse. Io non sono una apocalittica, sono realistica: alcune dinamiche purtroppo non riusciremo a fermarle, ma possiamo ancora rallentarle, impegnandoci a limitare le emissioni».