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 2021  settembre 02 Giovedì calendario

Disney al Mudec


A Capodimonte sul Lago di Bolsena l’irsuto Pedro Gonzales, donato a Enrico III di Francia per il suo matrimonio con Caterina dei Medici, si narra abbia ispirato la storia della «Bella e la Bestia». L’Italia, a partire da Pinocchio, è luogo di leggende e miti che hanno ispirato alcuni film d’animazione della Walt Disney incantando il pubblico dagli anni ’50 a oggi. Il lavoro di ricerca creativa che c’è dietro i suoi successi è raccontato nella mostra «Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo» da oggi e fino al 13 febbraio prossimo al Mudec in via Tortona 56 a Milano.
Walt Disney, pioniere nell’arte dell’animazione, ha creato alcuni dei film più belli del XX secolo. Chi non ha visto «Biancaneve e i Sette Nani» e «Fantasia»? La mostra presenta le preziose opere originali di quei lungometraggi provenienti dagli Archivi Disney e di altri celebri film dei Walt Disney Animation Studios, tra cui «Hercules» e «La Sirenetta», fino al più recente «Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle», creato da una nuova generazione di artisti e cineasti. La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, a cura della Walt Disney Animation Research Library di Los Angeles, con la collaborazione di Federico Fiecconi, storico e critico del fumetto e del cinema di animazione, propone un percorso con una triplice chiave di lettura.
«Collaboriamo da diversi anni con 24 ORE Cultura per portare questa mostra in Italia a Milano – spiega Kristen McCormick, Art Exhibition and Conservation Manager della Walt Disney Animation Research Library –. L’abbiamo ridisegnata aggiungendo una sensibilità italiana, facendo emergere il design architettonico dei quattro temi: Miti, Favole, Leggende e Fiabe» attraverso i bozzetti preparatori – 208 opere originali tra tavole e maquettes scultoree realizzate con differenti tecniche artistiche – esaltando l’esplorazione di personaggi, ambientazioni e trame.
«La mostra svela al mondo i “gioielli della corona” originali della Disney, scelti fra oltre 65 milioni di artwork conservati nella Walt Disney Animation Research Library – racconta Fiecconi –. Ho lavorato per la prima volta in questi incredibili archivi all’inizio del mio percorso di studioso del mondo Disney nel 1984, fin da quando il deposito dove era stipata l’arte Disney era ironicamente battezzato “la morgue” degli Studios. Insieme al Sole24Ore Cultura abbiamo affiancato l’incredibile lavoro esegetico di Kristen e del team Disney, disegnando un percorso in cui hanno trovato posto anche caposaldi come Pinocchio e Cenerentola, creando un’esperienza immersiva con cui vogliamo incantare i visitatori. Ne fa parte essenziale anche il catalogo».
Il grande sforzo innovativo degli artisti di Disney fu allora – e lo è tutt’oggi – quello di portare sin dagli anni ’30 miti, fiabe, leggende e favole al cinema utilizzando diversi strumenti artistici, dal disegno a mano all’animazione digitale. «La narrazione è al centro di tutti i film di Walt Disney Animation Studio – prosegue la curatrice di Los Angeles, sede dell’HeadQuarter della Disney –. Non solo vi è un processo di ricerca di una storia avvincente, ma anche di una nuova reinterpretazione contemporanea che lancia in avanti lo sviluppo di un film». Il valore simbolico delle storie nei decenni è rimasto intatto, sono le tecniche di produzione a essersi evolute, seconda chiave di lettura del percorso, che racconta come nasce un capolavoro di animazione. Il dietro le quinte di alcuni dei più grandi film d’animazione Disney rendono viva allo spettatore la produzione del processo artistico, spesso lungo mesi e anni, realizzato da un’intera équipe coordinata da un regista e un direttore artistico: da un’idea germinale si costruisce un intero film attraverso migliaia di immagini – disegnate a mano o al computer –?trasformate in fotogrammi che via via prendono vita. La terza chiave di lettura della mostra lascia spazio alla sperimentazione: i visitatori, in primis i bambini attraverso un gioco, sono incoraggiati a diventare narratori. Nelle sale del Mudec potranno diventare autori e attori protagonisti del proprio racconto, grazie a postazioni interattive, componendolo in un ‘libretto’ da portare a casa.