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 2021  settembre 01 Mercoledì calendario

Nike regala una settimana di ferie ai dipendenti

Prendetevi una settimana di vacanza, state con i vostri cari, e non vi azzardate a lavorare. Ne va della vostra salute mentale, e quindi del futuro della compagnia. Quando la Nike ha fatto questa offerta ai dipendenti, aveva in testa il proprio interesse imprenditoriale, oltre al loro benessere. Così però ha intercettato una tendenza emergente in tutti gli Stati Uniti, dalle aziende alle scuole, per affrontare il disagio psicologico provocato dagli ormai quasi 2 anni vissuti in stressante compagnia del Covid. Un atteggiamento benvenuto non solo per la necessità di superare i problemi immediati di oggi, come i ritorni in ufficio o in aula, ma anche perché potrebbe aiutare a superare una volta per tutte i pregiudizi verso i disturbi mentali, rendendo l’assistenza più normale e disponibile.
Matt Marrazzo, capo del settore Insights, si è rivolto così ai dipendenti in Oregon via LinkedIn: «Il quartier generale della Nike si fermerà per un’intera settimana, a partire da lunedì. Usate questo tempo per rilassarvi, scaricare lo stress, e dedicatelo ai vostri cari. Non lavorate». Questo perché «in un anno (o due) come nessun altro, riposare e recuperare è la chiave per svolgere bene i nostri compiti e restare mentalmente sani». Marrazzo ha aggiunto che «questo anno passato è stato duro – siamo tutti esseri umani! e viviamo attraverso un evento traumatico! – ma io spero che l’empatia e la grazia manifestata ai nostri compagni di squadra avrà un impatto positivo sulla cultura del lavoro nel futuro. Questa non è solo una settimana di vacanza per il team. È un riconoscimento che possiamo dare priorità alla salute mentale, e riuscire a compiere il lavoro».Aiuta che la Nike abbia avuto un buon anno, nonostante tutto, in cui le vendite sono aumentate e le azioni hanno guadagnato il 20% in borsa. Però non è tutto qui. Come ha notato la Bbc, ad aprile LinkedIn aveva dato una settimana libera ai dipendenti, mentre a marzo Citigroup aveva istituto i «Zoom-free Fridays», ossia niente conferenze digitali nell’ultimo giorno della settimana. A giugno il sito per incontri Bumble era stato ancora più generoso, con due settimane di vacanza per evitare di scoppiare, ossia il «burnout».
Le scelte delle aziende, che da Apple a Uber stanno rinviando il ritorno fisico negli uffici a causa della variante Delta, riflettono un problema che riguarda seriamente anche le scuole. L’anno scorso 2,6 milioni di studenti hanno scelto di essere istruiti a casa, facendo salire il totale dell’home schooling a 5 milioni di ragazzi, l’11% del totale. Nello stesso tempo, secondo i dati dei Cdc, tra marzo e ottobre del 2020 le visite al pronto soccorso per problemi mentali dei pazienti tra 5 e 11 anni d’età sono aumentate del 24%, e del 31% tra i 12 e 17 anni. Tra i bambini c’è stato un forte incremento di ansia, depressione, problemi di alimentazione, pensieri e tentativi di suicidio. Un giovane su 100 ha perso almeno una persona che si occupava di lui, se non un genitore, a causa del Covid.
L’amministrazione Biden ha preso nota, e in vista di un altro anno scolastico condizionato dalla pandemia ha stanziato 85 milioni di dollari per finanziare i programmi di assistenza. Al momento nelle scuole Usa c’è una media di uno psicologo ogni 1211 studenti, ma la National Association of School Psychologists ne raccomanda uno ogni 500 alunni. Vedremo se queste iniziative avranno un effetto positivo, ma intanto un risultato lo stanno già raggiungendo. Il pregiudizio cala, la presa di coscienza aumenta, e forse i disturbi mentali inizieranno a ricevere prevenzione e cura di cui hanno bisogno.