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 2021  settembre 01 Mercoledì calendario

Elisabetta Canalis parla di tv e vaccini

Elisabetta Canalis è stata la velina forse più amata dagli italiani. La fidanzata molto paparazzata di Bobo Vieri e George Clooney. Una delle prede preferite dei magazine di gossip. Per un po’ conduttrice (Sanremo 2011 e 2012, Zelig, Controcampo, Festivalbar) ma anche attrice (Love Bugs, un paio di cinepanettoni). Ma sempre con un certo distacco, quasi non ci credesse del tutto. Sparita dai radar della tv e del gossip, si è trasferita negli States, moglie di un medico e mamma di una bambina, Skyker Eva, che ora ha 6 anni. Pian piano, la velina è cresciuta ed è diventata un’influencer dalle idee chiare, molto attiva sul fronte delle cause umanitarie, ha fatto sognare anche qualche politico italiano, con frasi del tipo: «Non penso che l’Europa debba omologarsi alle follie del politically correct che si vedono sempre più spesso altrove, anche perché a livello di diritti umani e di umanità in generale abbiamo tanto da insegnare a molte nazioni». Da oggi è il volto del pomeriggio di Tv8, conduttrice della sesta edizione del rotocalco Vite da copertina, dedicato ai belli e famosi del jet set. Scelta, si dice, proprio dal vice president programming di gruppo Sky Italia Antonella D’Errico.
Elisabetta, chi meglio di lei, che per anni è stata nell’occhio del ciclone del gossip, per raccontare le vite di chi vive la stessa condizione oggi?
«E infatti eviterò accuratamente il sentito dire, lo scoop becero, il pettegolezzo. Si tratta di approfondimenti, di ritratti: voci diverse per raccontare personaggi e trend. Argomenti leggeri, costume, stili di vita, musica e cinema, moda. E delle abitudini delle star. Qualche volta anch’io mi metterò in gioco, raccontando qualcosa di me. Particolari inediti».
Torna dopo un lungo silenzio. Cosa è accaduto?
«Avevo avuto voglia di stare negli Stati Uniti. Questo mi ha fatto allontanare dall’Italia solo in parte, però. Perché non ho mai perso i contatti con il mio pubblico: ho una vita digitale che mi ha fatto rimanere connessa via social, ma in un modo più vero di quanto non accadesse prima. È il bello dei social, checché se ne dica male. Mi sono sposata, sono diventata mamma. Sono maturata: a giorni compio 43 anni. Mi sono fermata anche perché volevo capire cosa fare, se ancora tv o altro. Mi sono dedicata al fitness e allo sport da manager, con un mio brand e una mia palestra».
Quando lei aveva 20 anni il sogno delle giovanissime era fare la velina; ora è l’influencer. Che ne pensa?
«Un segno dei tempi, reso possibile dalla tecnologia. Per anni le veline sono state in testa alle classifiche della popolarità. Io e Maddalena di più: Striscia era già un fenomeno e le prime a essere microfonate, noi parlavamo. Prima solo le ragazze di Non è la Rai»
Anche voi con la voce del padre-padrone del programma negli auricolari?
«Magari. Avrei detto cose più cool. Invece potevamo dire quello che volevamo. Ricci è un genio, il mio mito tv».
Ora è a Los Angeles. Non teme, dovendo tornare in Italia per il programma, di restare vittima delle restrizioni anti Covid che gli americani impongono agli italiani, e quindi bloccata a Milano?
«Nessun problema. Sono permanent resident, che è quasi come essere cittadino americano, seppure senza diritti costituzionali».
Che ne pensa di Covid e delle polemiche vax/no vax/green pass?
«Mi sono vaccinata subito, ma sono contro l’obbligo. Contro ogni obbligo, anzi. La gente va resa responsabile dei propri comportamenti e lasciata libera di decidere che fare. In California si è imposto un lockdown rigido che ha fatto un gran male al business e ai bambini. Da mamma mi preoccupo per le conseguenze della chiusura delle scuole, del non poter socializzare. In Florida non ci sono state misure così drastiche e la pandemia non va tanto diversamente. Risultato: il governatore Gavin Newsom è stato sfiduciato dai cittadini che hanno raccolto firme per nuove elezioni: a lui imputano il lockdown e la crisi economica, oltre ad avere predicato in un modo e razzolato in un altro».
E sulla fine della guerra in Afghanistan cosa pensa?
«Io vedo l’emergenza umanitaria smisurata. Ma l’approccio degli americani non è sempre questo. Repubblicani e democratici hanno una visione diversa del perché erano là. Ma li unisce la critica alle modalità del ritiro "maldestro", visto come un grave fallimento che ha anche fatto perdere la faccia con gli alleati e con il mondo».
In una campagna della Peta posò nuda: le interessano sempre le cause umanitarie?
«Ascolto il mio cuore. Credo sia necessario promuovere leggi migliori in difesa degli animali (è uno dei miei impegni maggiori) o, da ambasciatore, dare voce alle campagne dell’Unicef. O, ancora, contribuire a raccogliere fondi per la mia Sardegna, devastata dagli incendi questa estate».