Corriere della Sera, 1 settembre 2021
Biografia di Junior Messias
Un anno fa, proprio di questi tempi, Junior Messias postava sui social una fotografia delle vacanze: più che il posto, una magnifica spiaggia salentina, a colpire era il fatto che fosse su un pedalò. Chissà se ora che è passato dal Crotone al Milan sceglierà di noleggiare uno yacht, come fanno un po’ tutti i suoi nuovi compagni, e non solo, ma se così non fosse non ci stupiremmo: a sentirlo parlare, ma anche ad ascoltare chi gli sta vicino, chi lo conosce davvero, sembra non aver scordato da dove è partito, da dove tutto ha avuto inizio. Solo sei anni fa, di giorno andava su e giù per le scale trasportando frigoriferi e lavatrici per conto di un negozio di elettrodomestici e solo alla sera, una volta timbrato il cartellino, indossava le scarpette e andava ad allenarsi con lo Sport Warique, squadretta della comunità peruviana iscritta al campionato amatoriale Uisp nella periferia di Torino.
Storia da film: scovato dall’ex bandiera del Torino, Ezio Rossi, il brasiliano diventa una piccola attrazione in Eccellenza, a Casale, a 1500 euro al mese: quanto basta per smettere di fare il fattorino e provare il grande salto. Passa al Chieri in serie D, segna 15 gol e finisce per attirare l’interesse della Pro Vercelli in B. Troppo bello però per essere vero e infatti il sogno sfuma: il divieto di prendere giocatori extracomunitari provenienti dai dilettanti lo costringe a restare in D. Il salto nel professionismo se lo conquista sul campo, con il Gozzano, con cui sbarca in serie C, dove resta fino al 2019, quando il Crotone del brillante d.s. Ursino non se lo fa sfuggire, vincendo un’altra scommessa.
Nell’ultima stagione, conclusa con la retrocessione dei calabresi, Junior è fra i pochi a salvarsi: 9 gol in 36 partite. Ma il pezzo forte è il dribbling, che gli è riuscito addirittura la bellezza di 105 volte, un numero impressionante, secondo in serie A solo a De Paul. «L’ho imparato per strada, in Brasile – ha raccontato in un’intervista, in cui ha confessato anche gli eccessi fra alcol e incidenti in macchina prima di arrivare in Italia a vent’anni —. Non ho fatto il settore giovanile in un club, mi divertivo con i miei amici dove capitava. Giocavamo liberi». A Crotone ha però dimostrato di essersi subito adattato al calcio italiano e alla sua complessità tattica. Tanto da convincere Maldini e Massara a dargli una possibilità: al Milan, dove potrà muoversi fra il ruolo di trequartista e quello di esterno, arriva in prestito per 2,4 milioni, con riscatto a 5,4 più uno di bonus. Guadagnerà circa un milione.
Dagli amatori alla Champions in sei anni: un salto da sogno. Troppo lungo, specie a trent’anni? Vedremo. Ma il talento c’è. E la fede pure: «Sono cristiano evangelico – confidò qualche tempo fa – e non dimentico da dove sono partito, dal villaggio di Sao Candido. Sono diventato un calciatore professionista a 26 anni. Nella vita niente è facile, devi sfruttare le opportunità. I miei sacrifici sono stati ripagati. E dico che per me questo è un vero miracolo».