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 2021  agosto 31 Martedì calendario

Biografia di Stefano Buono

Due numeri: 3,9 (miliardi) e 200 (milioni). Espressi in dollari. Il primo è il prezzo pagato da Novartis nel 2018 per l’Opa totalitaria su Advanced Accelerator Applications, società specializzata in medicina nucleare, in prodotti diagnostici e in terapie nell’oncologia, nella cardiologia e nella neurologia. Il secondo è quanto incassato da Stefano Buono, che ha fondato AAA nel 2002. Buono – in un panorama italiano in cui il venture capital produce più convegni e slide che non progetti industriali solidi e realizzi finanziari cospicui – rappresenta una mosca bianca. Non solo per il track-record, che ha il suo elemento principale nello sviluppo di AAA, nella sua quotazione nel 2015 al Nasdaq e nella acquisizione tre anni dopo da parte di Novartis. Ma anche per la sua fisionomia professionale e culturale: è al contempo uno scienziato e un imprenditore, una identità complessa che gli permette di navigare nell’arcipelago dell’innovazione di rottura, poco frequentato dagli industriali italiani, tradizionalmente – almeno negli ultimi trent’anni – più abituati a navigare nei pur importanti mari dell’innovazione marginale. Buono, classe 1966, dopo il diploma di maturità scientifica al Galileo Ferraris di Torino, sua città, si è iscritto alla facoltà di Fisica. La sua tesi di laurea, realizzata al Cern, era su una nuova architettura dei processori usati per gestire i dati degli esprimenti di fisica. Al Cern rimane come scienziato per dieci anni, lavorando a stretto contatto con Carlo Rubbia. Buono ha sempre avuto la testa da imprenditore, fin da quando – da studente universitario – aveva organizzato il maggior mercato secondario di libri usati per le scuole superiori di Torino. Ma, a differenza di molti altri imprenditori (soprattutto italiani), non ha mai avuto la smania del controllo: non a caso in AAA ha fatto tutti gli aumenti di capitale necessari allo sviluppo della società, diluendo la sua quota finale al 5% e attribuendo ai dipendenti oltre il 20% del capitale. In AAA, dal 2002 sono entrati a più riprese 210 azionisti: 190 privati, 10 istituzionali e 10 imprese. Un modello di public company che, adesso, Buono vuole replicare con Newcleo.